Nelle sue tragedie, Euripide si serve della mitologia come controfigura del presente. L'autore, nato secondo la tradizione nel 480 a. C., scrive le sue opere principali durante la Guerra del Peloponneso che infuriò in Grecia dal 431 al 404 a. C. .
Ne sono esempio ''Andromaca'', tragedia scritta nel 425 a. C. e ''Le Troiane'', nel 415 a. C., in cui Euripide narra episodi successivi alla Guerra di Troia. Nel momento in cui il tragediografo critica le situazioni dovute alla guerra tra Achei e Troiani, non fa altro che mostrare il proprio disappunto provocato dagli scontri tra la Lega Peloponnesiaca e la Lega Delioattica.
Nelle due opere sopraccitate, non è solamente evidente l'antibellicismo dell'autore, ma anche il suo intento di demitizzare gli eroi, in questo caso i Greci.
Euripide prende le parti dei vinti, si mette nei loro panni, dà loro la possibilità di dire ciò che pensano, di esprimere il proprio punto di vista. Per la prima volta, i più deboli, gli sconfitti sono i protagonisti.
Ne ''Le Troiane'', sono proprio le donne di Troia a raccontare la propria storia. Ecuba, legata, sdraiata a terra, trova la forza di ascoltare tutte le altre donne che le si avvicinano e che, a turno, le espongono le proprie speranze, come Cassandra, che ha profetizzato le sorti fallimentari di Agamennone e di Odisseo, o come Elena, che è uscita indenne dalla guerra, ma anche le proprie paure, i propri dubbi, come Andromaca... Andromaca che non vuole tradire Ettore, Andromaca che sarà donata come schiava a Neottolemo, e che alla fine si innamorerà di lui, nell'omonima tragedia di Euripide del 425, e dovrà difendere se stessa e il frutto del loro amore, il figlio Molosso, dai capricci di Ermione, legittima moglie di Neottolemo.
Andromaca, che dovrà vedere il proprio Astianatte ucciso, per ordine dei forti, degli eroi...dei giusti.
Poiché, come ci mostra Euripide, non sempre i vincitori sono i migliori, non sempre il più forte si merita la gloria.
Nonostante i molti anni che separarono la Guerra di Troia e quella del Peloponneso, Euripide riuscì comunque a utilizzare le ostilità tra Achei e Troiani come modello del conflitto a lui contemporaneo, a servirsi di esse per cercare di mostrare ai propri concittadini la brutalità e l'inutilità della guerra.
Euripide, nel 415 a. C. , si era reso conto dell'assurdità della distruzione, della violenza, delle devastazioni che sono portate dai conflitti tra i popoli.
Eppure, ancora oggi, nel 2020, continuiamo ad assistere a spargimenti di sangue e, chi ne ha la possibilità, non fa nulla per porvi fine.
Siria, 2011.
Siria, 2012.
Nello stesso anno, i due principali partiti che rappresentano la popolazione di etnia curda siriana, minoranza a lungo discriminata dal governo, siglano un accordo che prevede la formazione di un organo politico unitario (il Consiglio Democratico Siriano), tendendo alla liberazione delle aree di maggioranza curda per stabilire un governo autonomo.
Siria, 2015
Ancora oggi, sia i curdi che il popolo siriano continuano a combattere, difendendo i propri diritti e la propria vita.
Waad al-Kateab ha filmato la sua vita in Aleppo, da ribelle, durante la rivolta siriana. Ora ''Alla Mia Piccola Sama'' è uno dei film documentari più premiati della storia.
Lo scopo della giovane regista siriana era quello di spiegare a sua figlia, nata durante la guerra, il conflitto, gli scontri, la violenza. Voleva insegnarle a lottare, darle una ragione per farlo, per andare avanti.