Loading

Dipendenze Riconoscerle per evitarle

Fumiamo, beviamo, vorremmo sperimentare tutto. A volte senza regole. Ci sentiamo invincibili e siamo certi che il nostro corpo e la nostra mente non subiscano conseguenze. Ma non è così. Specie quando abusiamo di alcune sostanze che ci portano a provare benessere e soddisfazione.

Quali rischi corriamo?

Quando usiamo una sostanza psicoattiva, i rischi maggiori sono naturalmente quelli per la salute e per la sicurezza, di se stessi e degli altri: ridotta lucidità mentale, ridotte performance scolastiche o abbandono degli studi, rischio di contrarre patologie - come epatiti o HIV - correlate al consumo di droghe, sviluppo di una dipendenza, fisica o psicologica.

Tutte le sostanze psicoattive possono influire sul funzionamento cerebrale, in particolare su quelle aree deputate ai processi decisionali e alla regolazione delle emozioni e del comportamento, influendo su abilità molto importanti quali la memoria, l’attenzione e le capacità di comprensione.

Meccanismo d'azione

Al di sotto della corteccia cerebrale si trova il sistema limbico, che ha un ruolo importante nelle reazioni emotive, nella motivazione e nell’apprendimento. Al suo interno vi è il “circuito della gratificazione”, responsabile del piacere e dello stimolo a compiere un’azione ed è per questo motivo che noi troviamo piacevole nutrirci, bere, giocare, impegnarci in attività, interagire con gli altri. Le zone che corrispondono al circuito di gratificazione vengono stimolate da diversi neurotrasmettitori, tra cui la dopamina.

Tutte le sostanze di abuso agiscono sul sistema di ricompensa cerebrale stimolando di continuo il rilascio di dopamina e di oppioidi endogeni. La dopamina, in particolare, è la molecola del piacere che ci consente di provare uno stato di benessere e soddisfazione: ciò spinge un individuo a fare un uso sempre più continuato di sostanze psicoattive.

Cosa si intende per dipendenza?

Questo filmato sintetizza in poche immagini in che modo si diventa dipendenti e cosa significa esserlo.

Molti ragazzi si avvicinano all’uso di droghe e alcol per curiosità, per sentirsi meglio, per rilassarsi, per divertirsi, per avere una esperienza da condividere con i coetanei o per sentirsi grandi. Molto spesso, ma non sempre, l’uso di queste sostanze è circoscritto a periodi particolari della loro vita o ad eventi stressanti, individuali o familiari.

Per questo motivo, per molti è difficile credere che tale esperienza possa diventare un problema o che possa condurre ad un uso sregolato o addirittura ad una dipendenza. Ma non è così: sviluppare una dipendenza significa non avere il controllo sull’uso di una sostanza, sia essa droga, alcol o farmaci.

La dipendenza può essere fisica o psicologica.

La dipendenza fisica si ha quando l’organismo diventa dipendente dalla sostanza, ossia quando una persona aumenta la soglia di tolleranza alla sostanza e ha bisogno, quindi, di aumentare la dose per avere gli stessi effetti. Quando si è fisicamente dipendenti da una sostanza, smettere di farne uso diventa difficile e si provano sintomi di astinenza quali, ad esempio, stanchezza, mal di testa, sintomi gastro-intestinali, dolori articolari, sudorazione fredda, tremori.

La dipendenza psicologica si può presentare da sola o associata a quella fisica. Coloro che sono psicologicamente dipendenti sono sopraffatti dal desiderio di fare uso della sostanza e non riescono a farne a meno. Quando la vita e gli interessi di una persona sono rivolti esclusivamente al bisogno di procurarsi la sostanza, allora la dipendenza ha preso il sopravvento.

Nel 2016, 35 Paesi europei e un totale di 96.043 studenti hanno partecipato all’indagine Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs) rispondendo nelle proprie classi a un questionario anonimo sulle dipendenze.

I dati raccolti rivelano che almeno 650.000 studenti italiani di un'età compresa tra i 15 e i 19 anni hanno utilizzato almeno una volta una sostanza psicoattiva.

Cannabinoidi

Una sostanza psicoattiva sempre più diffusa tra gli studenti giovanissimi è la cannabis, dal nome della pianta di canapa (del genere Cannabis sativa). Dalle infiorescenze e dalle foglie essiccate si ricava la marijuana, mentre dalla loro resina mescolata con altre sostanze si ottiene l’hashish. Questi preparati vengono in genere fumati, spesso mescolandoli al tabacco.

Il principale principio attivo è il tetraidrocannabinolo (THC), che è attivo sul sistema nervoso centrale.

L’assunzione di Cannabis ha un effetto sedativo ed euforico e induce l’amplificazione delle sensazioni visive, auditive e tattili.

I principali danni si registrano a carico dell’apparato respiratorio e sono paragonabili a quelli causati dal tabacco.

In alcuni casi con l'uso della cannabis si può provare tachicardia e cefalea. Ad alte dosi, e a seconda del soggetto, si possono persino riscontrare sindromi paranoiche e disturbi psicomotori. Con dosi molto elevate si può avvertire nausea, sudori freddi, capogiri e perdita di conoscenza.

Consumo tra gli studenti

Circa 804.000 studenti ha riferito di averla usata almeno una volta nella vita. Il 23% degli studenti utilizzatori di cannabis ha un consumo definibile come problematico.

Tabacco

I principali prodotti derivanti dal tabacco sono le sigarette, i sigari, il tabacco da pipa e il tabacco da fiuto. La componente principale del tabacco è la nicotina, una sostanza alcaloide neurotossica. La nicotina, assorbita durante il consumo, provoca assuefazione e dipendenza.

Il fumo di sigaretta è la prima causa di malattia e morte prevenibile nel mondo.

Il fumo di sigaretta è costituito da oltre 4.000 sostanze chimiche differenti e 40 di queste provocano il cancro. Il fumo provoca gravi danni, principalmente ai polmoni (enfisema polmonare, bronchite cronica) e al cuore (infarto, ictus).

Rovina la pelle riducendone l’ossigenazione e favorendo la formazione di rughe precoci.

Favorisce la formazione di cellulite.

Riduce la fertilità e aumenta il rischio di aborto.

Favorisce la calvizie nei soggetti predisposti.

I denti appaiono giallastri, opachi, a causa della formazione di placca e tartaro. L’alito è maleodorante e l’abbigliamento del fumatore è perennemente impregnato da un odore poco gradevole.

L’esposizione involontaria al fumo di altre persone (fumo passivo) è una delle cause di cancro nei non fumatori. In gravidanza, l’esposizione al fumo materno aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita.

Come si cerca di limitarne l'uso

In Italia è vietato vendere e somministrare tabacchi ai minori di 18 anni. Una persona che offre una sigaretta ad un minorenne compie un reato, punito con una multa da 250 a 1.000 euro. È vietato fumare nei locali pubblici (bar, ristoranti), nelle scuole, negli ospedali e nei luoghi di lavoro.

Sembra che negli ultimi 20 anni il numero di fumatori tra gli studenti sia diminuito.

In Italia, ad aver sperimentato l’uso di tabacco è il 58% degli studenti mentre chi fuma quotidianamente è il 21%.

Senza la pretesa di voler istituire una graduatoria tra i danni provocati dal tabacco e dalla cannabis, ci interessa mostrare quali siano le conseguenze nell'uso di una sostanza legale, e non ancora socialmente disapprovata del tutto, rispetto a un'altra vietata.

Droghe

Eroina, cocaina, amfetamina, metamfetamina, ecstasy, ma anche LSD, Ketamina, caffeina, teina, nicotina: le sostanze psicoattive sono tante e tutte favoriscono o aumentano il senso di gratificazione e benessere. Quali sono attualmente le sostanze maggiormente usate dagli studenti? Vediamole assieme.

Amfetamine
Amfetamine

Le amfetamine sono vendute in compresse o capsule di varia forma e colore. Danno un senso illusorio di energia e impediscono di percepire la stanchezza. Provocano l'aumento del battito cardiaco e della pressione e causano un forte surriscaldamento corporeo portando a convulsioni e, in alcuni casi, possono causare la morte con una sola assunzione.

L’uso ripetuto di amfetamine danneggia le aree cerebrali corrispondenti alla memoria, alle emozioni e al Sistema di gratificazione.

Ecstasy
Ecstasy

MDMA o ecstasy è una molecola derivata dall’amfetamina che, oltre agli effetti eccitanti, ha proprietà psichedeliche ed una maggiore neurotossicità. Può provocare, a volte, stati di psicosi con allucinazioni della durata di diverse ore e insonnia pronunciata. In alcuni casi possono causare la morte con una sola assunzione.

GHB

ll GHB (acido gamma-idrossibutirrico) è un farmaco utilizzato dei medici per curare l’insonnia e l’alcolismo, ma è conosciuto come droga dello stupro perché una piccola dose di GHB può far perdere conoscenza, e non vi è alcun odore o colore che possa avvertire un’ignara vittima quando viene aggiunta a una bevanda o al cibo.

Gli effetti possono manifestarsi entro 15-30 minuti e durare per 3-6 ore. Il GHB induce sedazione, rilassamento, perdita di controllo, rendendo improbabile o impossibile la resistenza alle aggressioni sessuali.

Il GHB provoca stato confusionale, senso di stordimento e perdita della memoria a breve termine, cioè la capacità di ricordare ciò che è accaduto nelle ultime ore. Può anche produrre allucinazioni, depressione respiratoria, convulsioni e coma. Nessun antidoto è noto per il sovradosaggio e molti casi è necessaria un’assistenza intensiva in ospedale.

Modelli di consumo tra gli studenti

Sono quasi 60.000 gli studenti italiani che hanno consumato una volta nella vita amfetamine, ecstasy o MDMA e GHB.

Oltre il 48% le utilizza almeno in 5 occasioni all'anno, mentre il 31% le usa più di frequente (20 o più volte). Fortunatamente, quasi il 68% degli studenti italiani ritiene che utilizzare tali sostanze sia molto rischioso per la salute.

Le Nuove Sostanze Psicoattive (NSP)

Le NSP sono sostanze che imitano gli effetti di altre droghe illecite, come ecstasy, allucinogeni, oppiacei, e che possono avere aspetti differenti (ad esempio polveri, cristalli o pasticche).

Dietro alla loro larga diffusione l’utilizzo di internet svolge un ruolo importante: nel 2013 l’EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction) ha individuato 651 siti web (spesso nel deep web, ossia quella parte del web che non viene indicizzata dai motori di ricerca) che vendevano tali droghe. Questi siti offrono spesso anche forum per uno scambio di informazioni per l’assunzione delle NPS.

Sono circa 86.000 gli studenti italiani che hanno utilizzato almeno una volta nella vita NPS.

Spesso vengono assunte durante feste, serate in discoteca o rave party, senza sapere con precisione cosa si è ingerito o scambiate per ecstasy e, se ricoverati per le conseguenze derivanti dall’assunzione, lo stesso personale medico ha difficoltà a comprendere quale sostanza ha assunto un ragazzo.

Ma qual è il loro effetto? Queste sostanze - i catinoni, ad esempio - producono in genere effetti stimolanti dando sensazioni di aumento dei livelli di energia, euforia, desiderio di socializzare, ma anche agitazione, sensazione di distacco, vista sfocata, midriasi, aumento della frequenza cardiaca e degli impulsi sessuali. La loro assunzione può provocare ansia, paranoia, agitazione, stati psicotici, ipertermia, tachicardia o aritmie, convulsioni e a lungo andare persino impotenza. Queste sostanze vengono spesso utilizzate coll’alcol, ma il mix può risultare molto pericoloso.

Le Nuove Sostanze Psicoattive sono tra le droghe che maggiormente si stanno diffondendo negli ultimi anni tra gli studenti italiani.

Stiamo parlando di catinoni sintetici come il mefedrone, il più utilizzato in Italia, metilendiossipirovalerone (MDPV), noto coi nomi di “mojo”, “yellow submarine”, “flakka” o catinoni estratti da piante, come khat, metanfetamine, note come crystal meth e ice. Vengono utilizzati pure anestetici come la ketamina, chiamata gergalmente vitamina k o special k, e painkillers, somministrati legalmente come farmaci antidolorifici - come il Depalgos, un ossicodone; Vicodin, un idrocodone; Demerol, una meperidina - ma assunti da tanti ragazzi per sballarsi.

Sono circa 60.000 (pari a 2,5%) gli studenti che hanno utilizzato almeno una volta nella vita farmaci antidolorifici con la finalità di sballare.

Alcol

Anche l’alcol è una sostanza tossica con la capacità di indurre dipendenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato l’alcol come una droga.

L’alcol altera il funzionamento del Sistema Nervoso Centrale, provoca tolleranza, cioè per ottenere lo stesso effetto è necessario aumentare la dose. La mancanza di alcol provoca disturbi psichici e crea dipendenza.

Quali sono gli effetti negativi?

Causa squilibri ormonali e ha un impatto negativo sui tempi di reazione, sulla coordinazione occhio-mano e occhio-piede, sull’equilibrio, sulla contrazione muscolare.

Il consumo rapido di notevoli quantità di alcol può provocare una momentanea perdita di memoria.

L’uso continuato di alcol danneggia la memoria episodica, che è quella che ci permette di ricordare cosa è successo.

I minori di 16 anni, le donne e gli anziani sono più vulnerabili agli effetti dell’alcol, per una ridotta capacità dell’organismo di metabolizzarlo.

L’adolescente con uso problematico di alcol ha una minore attività cerebrale durante lo svolgimento di un normale compito in cui si deve utilizzare la memoria.

L’uso cronico di alcol distrugge le cellule cerebrali e alcuni danni cerebrali sono irreversibili, ossia non si recuperano neanche dopo un lungo periodo di astinenza dall’alcol.

In un consumatore cronico le reazioni avverse sono ancora più gravi: effetti cardiovascolari, deficit nutrizionali, patologie epatiche e pancreatiche, osteoporosi, alterazioni del Sistema nervoso centrale.

Cosa si fa per limitarne l'uso

In Italia è vietato vendere alcolici ai minori di 18 anni. Il venditore ha l’obbligo di richiesta di un documento d’identità. Per quanto riguarda la somministrazione, il Codice penale prevede il divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 16 o ad infermi di mente.

L’uso di alcol tra gli adolescenti europei rimane su livelli elevati, ma il suo consumo è diminuito negli ultimi anni. È diminuita anche l'abitudine al ‘binge drinking’ (5 o più bevute in una singola occasione).

In Italia, ad aver bevuto alcolici almeno una volta nella vita è l’84% degli studenti, percentuale molto alta, ma in diminuzione dal 2007, quando gli studenti che bevevano erano addirittura il 90%.

Gioco d'azzardo

Tra giochi, casino online, scommesse, lotterie, slot machine, videolottery e concorsi, la Sardegna si attesta tra le regioni che più spendono per il gioco d'azzardo.

A dirlo sono i dati rilasciati dall’Agenzia Italiana delle dogane e dei monopoli, secondo i quali in Sardegna vi è una spesa media pro capite di 927 euro l’anno, il 5,4% del reddito medio disponibile, in giochi d’azzardo. Come se ognuno di noi spendesse ogni giorno 2 euro e 50. Ma quali sono i giochi prediletti? Il 67% della spesa è destinata alle slot machine, il 17% alle lotterie e il 10% al lotto. Il restante 1,7% si distribuisce tra gli altri giochi.

Le macchinette autorizzate in Sardegna incassano ben 500 mila euro ogni giorno. Tra le città, è Sassari la capitale regionale del gioco d’azzardo. Se guardiamo la classifica nazionale, Sassari occupa addirittura il quarto posto, piazzandosi persino davanti a Roma e Napoli.

Il quotidiano Il Sole24 ha chiesto e ottenuto dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli i dati relativi sul gioco d'azzardo nei primi sei mesi del 2017. Se volete sapere quanti soldi vengono spesi nel gioco d'azzardo nel vostro paese, pigiate questo link

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-5, inserisce il disturbo da gioco d’azzardo nella categoria “Disturbi non correlati a sostanze” e lo definisce come un comportamento problematico persistente o ricorrente che porta a disagio o compromissione clinicamente significativa i cui sintomi comportamentali sembrano comparabili a quelli prodotti dai disturbi dovuti all'uso di sostanze.

Come una droga, anche il gioco d’azzardo agisce sul sistema di ricompensa cerebrale stimolando di continuo il rilascio di dopamina e di oppioidi endogeni in una specifica zona del cervello denominata nucleo accubens. Ricordiamo che la dopamina, in particolare, è la molecola del piacere che ci consente di provare uno stato di benessere e soddisfazione.

Chi è il giocatore patologico? È colui che ha perso il controllo sulle sue attività di gioco, mente e sperimenta problemi in ambito lavorativo o scolastico, familiare e sociale a causa del gioco, nel tentativo costante di cercare di recuperare le perdite.

I giocatori a rischio sono invece coloro che non hanno sviluppato un comportamento patologico, ma che sempre più spesso fanno fatica a porre un limite al comportamento di gioco.

Perché si sviluppa questo tipo di dipendenza? Specie per un adolescente, vi sono diversi fattori di vulnerabilità, preesistenti al contatto con il gioco d’azzardo, che possono facilitare l’insorgere di una forma di dipendenza patologica: innanzitutto relazioni familiari problematiche, deficit del controllo famigliare e bassa presenza di sistemi sociali protettivi, ma anche la scarsa presenza di politiche locali di prevenzione e la facile accessibilità ai giochi d’azzardo hanno un ruolo importante. A queste condizioni favorenti, si aggiungono gli effetti gratificanti del gioco e allo stesso tempo l’effetto inibente di uno stato di ansia o depressione.

Il fenomeno del gioco d'azzardo coinvolge circa il 40% degli studenti, cioè circa un milione di ragazzi tra i 15 e i 19 anni.

I giocatori con un profilo di gioco definibile a rischio e problematico sono l’11%. A essere coinvolti sono maggiormente i maschi, il 50% dei giocatori contro il 30% delle coetanee.

Tra i giochi scelti dagli adolescenti troviamo i meno dispendiosi come il Gratta&Vinci, scommesse sportive, Bingo, Totocalcio, Lotto, New slot machine/Vlt (Video lottery terminal) e casinò on line.

Come evitare l’aumento delle dipendenze?

Come si può intervenire per tutelare la sicurezza e la salute di tanti adolescenti?

In tanti modi. Prevenzione e corretta informazione, innanzitutto. Può essere un valido sostegno il sistema dei Servizi pubblici per le dipendenze, formato da una rete di educatori, assistenti sociali, psicologi e personale medico, che possono fornire un aiuto o un supporto psicologico e farmacologico.

Il sistema dei Servizi pubblici per le dipendenze. Fonte: Ministero della Salute

Anche gli Istituti scolastici possono intervenire, avviando in modo costante e regolare una campagna di informazione sulle dipendenze. Sono già tante le scuole che lo fanno. Attualmente la metà degli istituti scolastici superiori ha previsto di realizzare giornate e attività specificatamente dedicate alla prevenzione del consumo delle sostanze psicoattive. Per i danni derivanti dalla dipendenza dal gioco d'azzardo le scuole sono molto meno e ci piacerebbe che anche riguardo i possibili rischi per la salute fisica e psichica, connessi alle abitudini per il gioco d’azzardo incontrollato, fosse maggiormente diffusa l'attività di informazione nelle scuole del Territorio Nazionale.

Percentualiedegli istituti che hanno svolto almeno un progetto di prevenzione (fig. a sinistra) e percentuale di istituti che hanno affrontato la tematica del consumo delle sostanze psicoattive, legali e illegali (destra)

Non basta, però. Qualunque intervento scolastico è facilmente destinato al fallimento se il contesto familiare e sociale non fornisce un adeguato sostegno a ragazzi vulnerabili o fragili.

O se la propria vita sociale, affettiva e famigliare è influenzata da modelli negativi che affascinano e spingono all'emulazione di comportamenti, che porteranno presto allo sviluppo di forme di dipendenza patologica.

E voi, cosa pensate delle dipendenze?

Fonti principali: Relazione annuale 2017 al Parlamento italiano sulle stato delle dipendenze Antidolorifici da sballo Catinoni sintetici Meccanismi d'azione delle sostanze d'abuso Gioco d'azzardo in Sardegna

I.I.S. "G. A. Pischedda" - Bosa (OR)

Studenti: Martina Dettori, Valentina Masala, Lorenzo Morittu, Ambra Sardu, Sara Urgu.

Docente: Maria Stella Gulmanelli

Report Abuse

If you feel that this video content violates the Adobe Terms of Use, you may report this content by filling out this quick form.

To report a copyright violation, please follow the DMCA section in the Terms of Use.