Laboratorio: partecipazione politica e cittadinanza attiva

20° Seminario nazionale sulla Custodia del Creato.

Cittadinanza ecologica verso la settimana sociale di Trieste

(coordinatori Anna Manca, Confcooperative e Matteo Mascia, Fondazione Lanza)

Come promuovere una cittadinanza nel segno dell’ecologia integrale? È stata questa la domanda guida del Laboratorio: partecipazione politica e cittadinanza attiva in occasione del 20° Seminario nazionale sulla Custodia del Creato Cittadinanza ecologica verso la settimana sociale di Trieste (Roma 04.04.24)

Al centro del confronto la consapevolezza che il coinvolgimento delle persone e delle comunità è una dimensione indispensabile per realizzare le trasformazioni e i difficili cambiamenti necessari per rispondere alla crisi socio-ambientale. Come peraltro ha più volte sottolineato anche papa Francesco: “Bisogna abbandonare l’idea di interventi sull’ambiente, per dar luogo a politiche pensate e dibattute da tutte le parti interessate. La partecipazione richiede che tutti siano adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari rischi e possibilità, e non si riduce alla decisione iniziale su un progetto, ma implica anche azioni di controllo o monitoraggio costante” (Laudato si’ n. 183).

Il contributo delle comunità cristiane, quali “seminatrici di cambiamento”, è emerso chiaramente nel laboratorio attraverso la voce dei molti partecipanti appartenenti ai diversi mondi della pastorale, dell’associazionismo, della scuola, delle professioni che hanno dato voce alle tante esperienze ed energie positive realizzate nei territori. Dalle iniziative di controllo e di denuncia di comportamenti e pratiche di inquinamento e degrado ambientale, alle azioni di proposta e presenza negli spazi di partecipazione per stimolare le istituzioni ad adottare politiche per il bene comune, alla promozione di modelli di società più sostenibili ed inclusive, all’adozione di comportamenti e stili di vita volti ad una maggiore sobrietà e responsabilità sociale e ambientale.

Tutte queste azioni sono parte integrante di una vera cittadinanza ecologica in quanto capaci di contaminare il tessuto sociale, di essere generative, stimolare e dove possibile animare reti di relazioni cooperative e collaborative tra i diversi soggetti di un territorio (locale, regionale, nazionale, europeo, …) per sostenere e accompagnare i processi di cambiamento in corso. È in questa direzione che dobbiamo orientare il nostro agire perché, come sottolineato nel documento preparatorio della prossima Settimana Sociale, “Il vero punto dell’impegno, prima ancora della crisi climatica o della qualità della vita urbana, prima della creazione di legami di comunità, è la capacità di immaginare che possiamo vivere diversamente, che possiamo avere un rapporto più mite con la natura, che possiamo consumare meno e meglio, che possiamo muoverci senza inquinare, che possiamo produrre ricchezza senza devastare l’ambiente, che possiamo ripensare le nostre periferie”. La transizione eco-sociale ha bisogno prima di tutto di un cambiamento di mentalità e di uno sguardo positivo e aperto al cambiamento!

Per accompagnare l’approfondimento e il confronto nei territori e nelle comunità parrocchiali si ripropone di seguito lo schema, utilizzato per animare il gruppo di lavoro, articolato attorno a tre ambiti di intervento introdotti da alcune citazioni della Laudato si’. Per ogni ambito si riportano poi alcuni link per conoscere esperienze e buone pratiche.

1. Sentinelle del territorio

LS n. 179 (…) La società, attraverso organismi non governativi e associazioni intermedie, deve obbligare i governi a sviluppare normative, procedure e controlli più rigorosi. Se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali. D’altra parte, le legislazioni municipali possono essere più efficaci se ci sono accordi tra popolazioni vicine per sostenere le medesime politiche ambientali.

Attività di controllo dell’azione amministrativa/economica e di denuncia di comportamenti e pratiche di inquinamento e degrado ambientale (Terra dei fuochi, Taranto, mamme Pfas, …)

2. Partecipazione attiva

LS n. 179. In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza. È lì infatti che possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti.

Azioni di proposta e presenza attiva negli spazi di partecipazione esistenti per stimolare le istituzioni ad adottare politiche e modelli di società per il cambiamento (empori solidali, commercio equo e solidale, CER, ass. di comunità, Forum cittadini, …)

3. ConsumAttori

LS n. 206. Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. (...) È un fatto che, quando le abitudini sociali intaccano i profitti delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo. Questo ci ricorda la responsabilità sociale dei consumatori. «Acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico». Per questo oggi «il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi».

Adozione di comportamenti e stili di vita sostenibili per sostenere le imprese che hanno scelto di investire nella responsabilità ambientale e sociale.