© Laura Caffagnini
“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” Salmo 83,6
Con questo canto di pellegrinaggio inauguriamo un percorso sulle strade di oggi attorno al tema del Giubileo. Ci serve partire sapendo che il termine deriva dall’ebraico jobel (ariete), usato come sineddoche per definire il corno utilizzato per annunciare l’inizio di questo anno speciale all’insegna della remissione. Al Giubileo, una delle feste codificate nella Bibbia nel libro del Levitico, ricorrente dopo un ciclo di sette sequenze di sette anni, si applicano le prescrizioni dell’anno sabbatico: il riposo della terra, la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni ai primitivi proprietari e la liberazione degli schiavi. Da qui si comprende bene la grande valenza etico-sociale del Giubileo che porta l’attenzione sulla destinazione universale dei beni e sulla giustizia. Una valenza ripresa da Gesù nella sinagoga di Nazareth quando, leggendo dal sefer del profeta Isaia, annuncia l’anno di liberazione del Signore (Lc 4.16-21).
Anno sabbatico e Giubileo poggiano sulla teologia dello shabbat, il giorno del riposo di Dio al termine della creazione e, per imitazione, riposo per la terra, per le persone e per gli animali da lui creati. Il baricentro è sul Creatore: la terra è sua e, nel riconoscerne la signoria, l’essere umano riconosce il proprio essere forestiero e inquilino, deve abbandonare l’atteggiamento predatorio nei confronti della natura e dei propri simili, entrare nell’orizzonte della grazia che lo invita ad amministrare nella giustizia e nella condivisione i beni ricevuti immeritatamente.
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La bolla che inaugura il Giubileo 2025 indetto da papa Francesco, Spes non confundit, pone al centro dell’anno giubilare la speranza. «Oltre ad attingere la speranza nella grazia di Dio - scrive il Papa - siamo chiamati a riscoprirla anche nei segni dei tempi che il Signore ci offre. (…) È necessario, quindi, porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. (…) Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo. (…) Il Giubileo ricordi che quanti si fanno “operatori di pace saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). L’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti. Non venga a mancare l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura». Tra gli Appelli per la speranza, papa Francesco rivolge alle nazioni più benestanti l’invito a condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli. Si tratta di una questione di giustizia, aggravata oggi da una nuova forma di iniquità, il debito ecologico. «Se veramente vogliamo preparare nel mondo la via della pace, impegniamoci a rimediare alle cause remote delle ingiustizie, ripianiamo i debiti iniqui e insolvibili, saziamo gli affamati» scrive il Vescovo di Roma che in un incontro alla Pontificia accademia delle scienze, ha chiesto la creazione di un meccanismo internazionale per spezzare il circolo vizioso del finanziamento che diventa indebitamento.
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Di fronte al conflitto tra Israele e Palestina siamo tentati di vedere solo la potenza del male radicato nell’umanità, mentre in tutti i terreni, in silenzio, spuntano germogli di pace. Su una collina tra Gerusalemme e Tel Aviv è nata nel 1972 Neve Shalom - Wahat al-Salam, l’Oasi di pace realizzata da Bruno Hussar. Gli abitanti, ebrei e palestinesi di cittadinanza israeliana, mostrano che è possibile vivere in pace tra diversi pur nelle difficoltà presenti che mettono alla prova la convivenza. Nel villaggio è attiva una Scuola della pace, frequentata anche da persone esterne e, come luogo di culto, è stata eretta la Beit Dumia - Bayt Sakina, la Casa del silenzio, una struttura a forma di calotta che non contiene nessun segno religioso, dove tutti possono sostare a meditare.
Altri segni di pace in Terra Santa sono gruppi che operano per la riconciliazione, come Women wage peace, associazione di donne ebree e palestinesi che nel 2016 hanno ideato il progetto “March of hope”.
O come Parents circle - families forum che riunisce dal 1995 famiglie israeliane e palestinesi in lutto per la morte di un familiare durante uno dei conflitti dell’area e cerca di trasformare l’istinto alla vendetta in condivisione del dolore e ricerca di riconciliazione. L’associazione ha ricevuto il Pax Christi international award 2023.
La pace non è solo assenza di guerra, ma lavoro paziente e costante per prevenire e superare la guerra e varie forme di sfruttamento tra le quali la violenza contro le donne esercitata nella tratta e nella prostituzione, due forme di quella schiavitù che il Giubileo chiede di eliminare. La Rete Talitha Kum da quindici anni opera per il riscatto degli esseri umani.
Ognuno può svolgere azioni di educazione e pacificazione nelle famiglie, nelle comunità e nella società; fare conoscere e sostenere chi opera per la giustizia e la pace; testimoniare che è possibile convivere tra diversi in città sempre più multiculturali e multireligiose. All’Arena di pace 2024 di Verona persone, gruppi e movimenti hanno condiviso esperienze e sottoscritto l’impegno a costruire la pace.
«Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie» scrive il Papa. Possiamo riconoscere segni giubilari nelle famiglie che hanno accolto rifugiati nella loro casa o nelle comunità che ospitano in parrocchia. L’accoglienza non è mai a senso unico: nell’accogliere si è accolti, ci si arricchisce in umanità. È l’esperienza della Casa Wonderful World, nata nel 2019 a Parma dalla sinergia tra missionari e laici, che ora si è ampliata aprendo, accanto all’accoglienza e all’integrazione di migranti in cerca di protezione, un room&breakfast per soggiorni etici e solidali. Chi scenderà a Roma attraverso la via Francigena potrebbe sostare in questa struttura che oltre all’offerta ricettiva propone un’esperienza di conoscenza di un modo altro di interagire tra persone di tante culture e religioni.
Il Giubileo chiede di acquisire un atteggiamento di rispetto e di custodia della terra. Il comando di farla riposare implica riconoscerla come un organismo vivente; un soggetto, non un oggetto. Questo cammino porta a intraprendere una conversione ecologica, un cambiamento dei nostri modi di pensare e di agire. Pensare che la terra ci precede e che siamo tutt’uno anche con le altre creature cambia la maniera di rapportarci. Nel Giubileo possiamo aprirci a tutte le realtà che stanno intraprendendo cammini di conversione del modo di produrre e di consumare. L’agricoltura biologica e sostenibile, la produzione a km zero, i gruppi di acquisto solidale, il consumo critico, sono alcune delle possibilità per un’inversione di rotta.
Ispirandosi all’enciclica Laudato si’, la Chiesa di Rieti e Slow Food hanno suscitato l’avvio delle Comunità Laudato si’, associazioni libere e spontanee di cittadini finalizzate a «diffondere e accrescere la sensibilità e l’educazione nei confronti delle tematiche dell’ecologia integrale, della tutela dell’ambiente e della casa comune». Sempre su ispirazione dell’enciclica, è nato il Movimento Laudato si’, una rete cattolica mondiale rivolta a «ispirare e mobilitare la comunità cattolica per prendersi cura della nostra casa comune e realizzare la giustizia climatica ed ecologica». Al suo interno, i Circoli Laudato si’ cercano di vivere a livello locale il documento papale sulla casa comune.
Nel 2007, a Padova, è nata la Rete interdiocesana Nuovi Stili di vita per «promuovere un movimento del popolo di Dio sui Nuovi Stili di Vita nella Chiesa e nella Società». Vi aderiscono novantasei diocesi attraverso uffici pastorali, tavoli o commissioni e quattro congregazioni religiose. La rete porta avanti azioni e campagne sui nuovi stili di vita per un approccio sostenibile al creato.
Da parte sua, la Conferenza episcopale italiana ha costituito un Tavolo tecnico sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) che nel 2024 ha prodotto un Vademecum il quale, partendo dal contesto della cura del creato, fornisce informazioni e suggerisce a chiese locali ed enti religiosi strumenti e metodologie.
La sensibilità per il creato è connaturata alla tradizione ebraica che legge in Genesi e commenta nel Talmud il compito di coltivare e custodire il giardino. In molti altri passi biblici è evidenziata la cura degli alberi con la proibizione della loro distruzione durante le guerre (Dt 20,19) e l’attenzione verso le generazioni future nel piantare gli alberi. Nel calendario ebraico il 15 di Shevàt ricorre TuBiShvat, il Capodanno degli alberi. Alcuni rabbini ortodossi di Israele in una dichiarazione si sono impegnati a collaborare per evitare la catastrofe climatica e altri disastri ambientali e guidare il pianeta verso un cammino sostenibile.
La speranza, orizzonte del Giubileo 2025, risiede nella morte e nella risurrezione di Gesù che ci fa camminare in una vita nuova (Rm 6,4). La speranza non si improvvisa, va coltivata. Ce lo ricordano lo psicoterapeuta Chris Johnstone e l’attivista ambientale Joanna Macy nel libro Speranza attiva, espressione che significa «agire e fare scelte a sostegno della versione del futuro che speri si realizzi». Gli autori spiegano che «anzitutto si tratta per tutte e tutti noi di scegliere di esserci e di agire, mossi dall’intenzione di fare la nostra parte. In secondo luogo, dobbiamo allontanarci da modi di essere e modi di organizzare la nostra società che sono tossici per il fiorire della vita. Infine, dobbiamo volgerci allo sviluppo e all’espressione di modi di essere e di una intera civiltà che sia in grado di dare sostegno alla vita». Sono indicazioni in linea con lo spirito del Giubileo che vuole ripristinare la bontà della creazione: vita per tutti elargita a piene mani dal Creatore. La crisi ecologica globale richiede alle società un urgente lavoro di consapevolezza e mobilitazione. Il libro offre riflessioni da condividere e pratiche laboratoriali da sperimentare. Un primo passo utile è «la coltivazione consapevole della gratitudine»: «un esercizio volto a coltivare e rafforzare il senso di profonda interconnessione con tutto ciò che ci sta intorno, e dell’interdipendenza tra il nostro benessere e lo stato del mondo. La gratitudine è una porta attraverso la quale possiamo scoprire l’intima unità con il tutto».
Per un approfondimento:
- Francesco, Spes non confundit. Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’anno 2025, Libreria Editrice Vaticana, 2024
- Francesco, Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa comune, San Paolo Edizioni, 2015
- B. Hussar, Quando la nube si alzava. L’uomo dalle quattro identità, Marietti 1820, 1996
- B. Salvarani (a cura di), Il folle sogno di Neve Shalom Wahat al-Salam, Edizioni Terra Santa, 2017
- A. Sella, Miniguida dei nuovi stili di vita, Editrice Esca, 2018
- A. Sella, Cambiamenti a km 0, L’opzione del quotidiano per nuovi stili di vita, Paoline Editoriale libri, 2020
- A. Sella, La Baby Gang delle 5 C, Edizioni Bertato Ars et Religio, 2024
- C. Johnstone-J. Macy, Speranza attiva, a cura di G. Scotto, Terra Nuova Editrice, 2021
- C. di Sante, “Il Giubileo nell’esperienza del popolo di Israele”
- Reteinterdiocesana.wordpress.com
- https://www.oasidipace.org/cms/189-bruno-hussar
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Ebraismo - Attualità