La Chiesa Assira d'Oriente
La Chiesa Assira d’Oriente rappresenta un oriente cristiano profondamente diverso rispetto alle Chiese antico-orientali e alla Chiesa ortodossa, a causa delle sue molteplici peculiarità. La prima è di ordine culturale: questa Chiesa, sviluppatasi nella parte più orientale della Siria tardo-antica, rappresenta la componente meno ellenizzata del cristianesimo siriaco (la sua lingua è un dialetto dell’aramaico orientale sviluppatosi a Edessa). La seconda è di ordine storico-geografico: essa è la Chiesa esterna all’Impero romano-cristiano, ma presente nel rivale impero persiano (dove era minoranza religiosa favorita o perseguitata secondo i rapporti tra i due imperi) e diffusasi poi molto profondamente nel continente asiatico, penetrando in India e arrivando persino in Cina. Alla fine del XIII secolo, alla sua guida ci fu un katholikos mongolo, nato in Cina, Yahballah III. Fu pertanto la Chiesa più estesa rispetto al resto della cristianità, anche se oggi è ridotta ai minimi termini (circa 400.000 fedeli). La terza peculiarità è di ordine teologico: è l’unica erede dell’antica cristologia antiochena (l’altra Chiesa siriaca, quella giacobita, ha assunto infatti la cristologia alessandrina), gelosissima nel salvaguardare l’integrità delle due nature del Cristo, umana e divina, nella loro unione nell’unica Sua persona. La quarta peculiarità discende da quella teologica: è la Chiesa che riconosce solo due concili ecumenici, Nicea (325) e Costantinopoli (381), ma rifiuta il terzo, Efeso (431), che infatti rappresentò, con la condanna di Nestorio, la sconfessione di una estremizzazione eterodossa della teologia antiochena.
Teologia
Questa Chiesa fu soggetta a un progressivo isolamento nei confronti del resto della cristianità, prima ancora che si verificasse la completa rottura della comunione ecclesiale. Da un lato ci fu l’isolamento gerarchico. Infatti, tutte le Chiese cristiane all’interno dell’impero persiano erano guidate da un katholikos che dipendeva, almeno formalmente, dal patriarca di Antiochia, come previsto dal concilio di Nicea (325), ma nel 424, al sinodo di Markabta, i vescovi locali dichiararono la loro totale indipendenza e il katholikos assunse le competenze di un patriarca, con il titolo di Seleucia-Ctesifonte, la capitale dell’impero persiano. In aggiunta abbiamo poi l’isolamento teologico. Infatti, questa Chiesa riconosce come suoi Padri, titolari della massima autorevolezza teologica, autori antiocheni del V secolo, come Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia, che le altre Chiese cristiane considerano indiziati di diofisismo (cioè di presupporre nella persona del Cristo un’unione precaria delle due nature). Il secondo, Teodoro, fu per questo addirittura condannato nel quinto concilio ecumenico di Costantinopoli (553). Anche un’indubbia riabilitazione della teologia antiochena, avvenuta al concilio di Calcedonia (451), non riuscì a rompere l’isolamento di questa Chiesa. Ciononostante, nell’ambito della spiritualità, la Chiesa Assira ha offerto a tutta la cristianità un apporto preziosissimo, attraverso gli scritti di Isacco il Siro, un monaco, nato nel Qatar e per pochi mesi vescovo di Ninive, tradotti in greco, in latino (anche in italiano antico) e in altre lingue orientali, tutte relative a diverse confessioni cristiane dagli orientamenti teologici più o meno divergenti. Il 9 novembre 2024, incontrando il nuovo katholikos della Chiesa Assira, papa Francesco ha annunziato l’inserimento del nome di Isacco nel Martirologio romano. Il centro culturale della Chiesa Assira fu la scuola di Nisibi, rifondata nel 457 dal vescovo Barsauma e posta sotto la direzione di Narsai il Grande. Conosciuta anche in occidente – si recò a visitarla Magno Aurelio Cassiodoro –, il suo periodo di massima fioritura fu il VI secolo e decadde rapidamente dopo la fondazione della scuola di Baghdad.
Liturgia
La liturgia di questa Chiesa è molto antica. È opinione diffusa che essa preghi ancora nella lingua parlata da Gesù, ma non è esatto. La sua lingua è infatti un aramaico orientale, mentre Gesù parlava un dialetto aramaico occidentale, lingue comunque assai vicine. La principale anafora (cioè la preghiera consacratoria della liturgia eucaristica) è attribuita a Addai (Taddeo di Edessa) e Mari, discepoli dell’apostolo Tommaso, ritenuto l’evangelizzatore della Siria orientale e dell’India, ma risale al III secolo (è forse la più antica preghiera eucaristica giunta sino a noi). Ha la particolarità di non contenere le parole della consacrazione (anamnesi), ma solo invocazioni allo Spirito Santo a trasformare i santi Doni nel corpo e nel sangue di Cristo. Tuttavia, altre preghiere eucaristiche di questa Chiesa, come quelle di Nestorio e di Teodoro di Mopsuestia (non anteriori, pertanto, al V secolo) contengono il racconto dell’istituzione. Superando passate perplessità, la Chiesa cattolica nel 2001 ha riconosciuto la validità consacratoria dell’anafora di Addai e Mari, in virtù della sua comprovata origine dall’età subapostolica.
Storia
Subito dopo la caduta dell’impero persiano ad opera dell’imperatore romano Eraclio nel VII secolo, un’unione della Chiesa Assira con quella bizantina si rivelò del tutto effimera. Sotto il califfato arabo (quello Omayyade a Damasco e poi quello Abbaside a Baghdad) questa Chiesa dovette fronteggiare la concorrenza dei Siro-giacobiti nella loro espansione a oriente, ma furono favoriti dagli Abbasidi. Con l’arrivo del mongolo Tamerlano alla fine del XIV secolo, la gerarchia di questa Chiesa incominciò a rivolgersi all’occidente latino. Dopo l’unione proclamata nel 1445 a Roma (dove si era trasferito il concilio di Firenze), unione che risultò effimera, si formò, a più riprese, una Chiesa Assira in comunione con Roma, denominata Caldea, che conta oggi circa 628.000 fedeli e che ha avuto tre serie di patriarchi: dal 1553 al 1662, dal 1681 al 1781 e ininterrottamente dal 1830. Dal 2013 il suo patriarca è il cardinale Louis Raphael I Sako. La causa di questa intermittenza nella comunione cattolica non fu di ordine dottrinale (infatti la cristologia della Chiesa Assira non diverge da quella cattolica, definita a Calcedonia nel 453, come congiuntamente hanno riconosciuto papa Giovanni Paolo II e il katholikos Mar Dinkha IV nel 1994), ma era legata alla pratica del Natar Cursya, che prevedeva l’ereditarietà dell’ufficio di katholikos, che passava da zio a nipote, e che si era imposto in questa Chiesa a partire dal 1450. Questa consuetudine, del tutto ignota alle altre Chiese orientali, provocò conflitti e scismi anche all’interno della Chiesa Assira: nel 1964 una piccola porzione di essa, che la contestava, si staccò e formò l’Antica Chiesa d’Oriente, che conta oggi circa 70.000 fedeli. Dal 2022 è katholikos di questa Antica Chiesa d’Oriente – il cui primate non aveva mai abbandonato l’Iraq – Mar Yakoob III. Il Natar Cursya fu definitivamente abolito soltanto nel 1973 dal katholikos Mar Dinkha IV. L’ambito geografico proprio di questa Chiesa corrisponde agli attuali Iraq e Iran. Per questo la Chiesa d’Oriente ricevette, alla fine del XVII secolo la denominazione di Assira e contestualmente l’omologa cattolica quella di Caldea, con il proprio patriarca che portava il titolo di Babilonia (dal 2022 l’ha cambiato con il titolo di Baghdad). Questa terminologia tradisce l’autocoscienza – in chiave forse anti-araba – di queste Chiese di una loro continuità, non certo storica, bensì etnico-territoriale, con le antiche ed estinte grandi civiltà mesopotamiche.
Attualità
La Chiesa Assira fu duramente provata da uno sterminio programmato dalle autorità turche nel 1917 (in parallelo con il genocidio degli Armeni) e questo determinò una massiccia emigrazione in Siria e nel Libano ma soprattutto in occidente (Francia e Inghilterra, Stati Uniti d’America e Canada, Australia e Nuova Zelanda). Lo stesso katholikos aveva stabilito la sua residenza a Chicago, ma nel 2015 il katholikos Mar Gewargis III è ritornato a stabilirsi in Iraq, a Erbil, dove nel 2021, alla sua morte, gli è succeduto Mar Awa III Royel. Dalla Chiesa Assira d’Oriente dipende la Chiesa Siro-Caldea d’Oriente, che si trova in India, nello Stato del Kerala, e conta circa 25.000 fedeli. Dal 1995 ha come metropolita del Malabar Mar Aprem Mooken.
Antiochia e Alessandria a confronto
La cristologia antiochena era preoccupata di salvaguardare il principio che la natura umana, unendosi alla divina nel Cristo, è integra e non subisce alcun mutamento. La preoccupazione di quella alessandrina era invece di salvaguardare la perfetta unità, senza alcuna giustapposizione, delle due nature nell’unica individualità, detta ipostasi, dell’unica persona del Cristo. L’ortodossia cristologica comporta la salvaguardia di entrambe queste esigenze, ma è comprensibile come ciascuna di esse fosse suscettibile di avere uno sviluppo eterodosso. La dottrina di Nestorio – ritenuto santo dalla Chiesa Assira per le persecuzioni subite – rappresenta proprio lo sviluppo eterodosso della teologia antiochena.
La Chiesa dei due concili
La Chiesa Assira d’Oriente è la Chiesa dei due concili, le Chiese antico-orientali sono quelle dei tre concili (sino a quello di Efeso del 431), la Chiesa ortodossa è quella dei sette concili (sino a quello di Nicea II del 787) e la Chiesa cattolica è quella dei ventuno concili.
Riferimenti per un approfondimento: