Il prodotto artistico individua e svela la vacuità del venale – come drammatica rappresentazione dei numerosi disvalori – e l’avidità che la nostra società incarna e trasuda. Messaggi sempre meno occulti di sirene che si chiamano lucro, cupidigia, avarizia, ansia di affermazione dalle quali è difficile ormai sottrarsi.
Le irrefrenabili smanie consumistiche la cui espressione peggiore è oggi l’orgiastico rito dell’irrefrenabile shopping compulsivo ove la vuota fugacità dell’oggetto appena acquistato fa da contrappeso negativo alla volgare ostentazione del denaro.
Inoltre la scelta di banconote fuori corso prive di valore che compongono il pezzo artistico sono la rappresentazione della caducità di un qualunque sistema politico la cui sovranità si prona senza dignità alcuna ad ogni potentato economico. Vuote banconote sdrucite e schiacciate sulla tela come ritratto della insipienza di una umanità opulenta ma ignara del proprio drammatico destino perché chiusa nel suo narcisistico individualismo.