14 settembre 2025

Esaltazione della Santa Croce - Anno C

Spunti per l’omelia

Ieromonaco p. Victor Cretu, Arcivescovado per le Chiese ortodosse russe in Europa Occidentale

Giovanni 3, 13-17

Viviamo un tempo fragile, in cui l’umanità sembra camminare con fatica tra la paura e il desiderio, tra il conflitto e la ricerca di senso. In questo smarrimento collettivo, risuonano con forza parole semplici e luminose: “Semi di pace e di speranza”. Sono parole che raccontano di piccoli inizi, di gesti quotidiani, di scelte silenziose ma profonde. In un mondo segnato da tensioni, crisi ambientali e perdita di fiducia, ogni seme piantato è un atto di coraggio, quasi profetico: seminare pace e speranza è credere che il bene ha radici più forti del male, e che il futuro resta aperto.

Nel cuore della visione cristiana, seminare è un'immagine che attraversa tutta la Bibbia: Dio è il primo seminatore. Ha seminato la vita nel mondo, la sua Parola nei cuori, ha seminato suo Figlio nel grembo della Vergine Maria e poi nella storia, perché portasse frutto di salvezza. In Giovanni 3,13-17 leggiamo il senso più profondo di tutto questo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”. È il seme più prezioso, donato per amore, non per condannare, ma per salvare. Gesù viene come luce, come vita, come speranza concreta per ogni essere umano.

Ma l’amore di Dio non è un’idea astratta: si fa carne, entra nella storia, abbraccia tutta la creazione. Il Metropolita Kallistos Ware scriveva: «Il nostro Salvatore è venuto a redimere, non solo l’umanità, ma l’intera creazione. Siamo davvero consapevoli di questo? Ricordiamo che non siamo salvati dal mondo, ma con il mondo?». La salvezza in Cristo è cosmica: riguarda la terra, le acque, gli animali, l’universo intero. Ogni albero, ogni montagna, ogni creatura porta dentro di sé questa speranza.

Il cristiano, allora, è chiamato non solo a costruire pace tra gli uomini, ma anche a vivere in pace con il creato. Non possiamo più guardare alla natura solo come a qualcosa da sfruttare. “Il mondo è eucaristico per natura: creato per essere offerto, per diventare comunione.” (Alexander Schmemann). E san Amphilochios di Patmos aggiungeva: “Un comandamento di Dio non scritto… è: ‘Ama gli alberi’.” Questo amore, questa cura non sono dettagli: sono parte della nostra fede, parte della nostra spiritualità.

Imparare a dire grazie per il cielo, per la pioggia, per il silenzio dei boschi, per la vita che rinasce, ci rende più umani. Ci educa all’umiltà, alla comunione. Guardare al creato come a un tu, e non come a un oggetto da dominare, ci cambia il cuore.

Seminare pace, allora, significa intrecciare relazioni giuste — tra le persone, ma anche tra l’uomo e la terra. E seminare speranza vuol dire credere che un altro modo di vivere è possibile: più sobrio, più fraterno, più rispettoso della vita in tutte le sue forme. Chi semina oggi forse non vedrà subito i frutti, ma sa che nulla di ciò che è fatto per amore va perduto. Dio è fedele.

Che i nostri giorni siano pieni di piccoli semi: una parola gentile, un gesto di cura verso un albero, un incontro che riconcilia, un sorriso che consola. In questi semi c’è già il Regno, nascosto ma vivo. E c’è il volto di Cristo, venuto non per giudicare, ma per salvare e far rifiorire il mondo con la luce del suo amore.

Antifona

Non ci sia per noi altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione; per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati. (Cf. Gal 6,14)

Colletta

O Padre, che hai voluto salvare gli uomini con la croce del tuo Figlio unigenito, concedi a noi, che abbiamo conosciuto in terra il suo mistero, di ottenere in cielo i frutti della sua redenzione. Egli è Dio, e vive e regna con te.

Prima Lettura

Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita.

Dal libro dei Numeri Nm 21,4b-9

In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».

Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.

Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.

Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 77 (78)

R. Non dimenticate le opere del Signore!

Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. R.

Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui, ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. R.

Lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. R.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore. R.

Seconda Lettura

Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 2,6-11

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.

Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo.

Alleluia.

Vangelo

Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Parola del Signore.

Preghiere dei fedeli

1. Perché ci lasciamo salvare:

IL DIO PADRE ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. Donaci la grazia di accogliere con umiltà il Tuo dono, di lasciarci salvare, di non chiudere il cuore alla tua misericordia. Fa’ che ogni uomo e ogni donna riconosca nel Tuo Figlio il volto dell’Amore che si abbassa per rialzare. Preghiamo.

2. Per la Chiesa, seminatrice di speranza:

SIGNORE GESU’ CRISTO, fa’ che la tua Chiesa, che Ti seguie portando la sua croce, sia sempre fedele al Vangelo e sappia seminare parole di pace, gesti di riconciliazione e speranza concreta nel cuore del mondo. Preghiamo.

3. Per i popoli in guerra e in conflitto:

A TE, SIGNORE, affidiamo tutte le terre ferite dall’odio, dalla violenza e dalla divisione. Fa’ che sulla terra non ci siano più né odio, né guerre, né nemici, ma regni soltanto il Tuo amore. Preghiamo.

4. Per chi si prende cura del creato:

BENEDICI, O SIGNORE DELLA VITA, coloro che con mani pazienti e cuore vigile custodiscono la bellezza del creato. Infondi in noi lo spirito della sobrietà e della gratitudine, e accendi nei nostri cuori un amore ardente per ogni creatura, icona vivente della Tua sapienza. Preghiamo.

5. Per i giovani, seminatori del domani:

TI PREGHIAMO SIGNORE per i giovani: sostienili nei loro sogni, illumina le loro scelte e rendili capaci di portare nel mondo semi di fraternità, giustizia e bellezza. Preghiamo.

5. Per chi si sente scoraggiato o senza speranza:

SIGNORE MISERICORDIOSO, effondi la Tua grazia su tutti i popoli della terra, affinché possano conoscerTi; raggiungi con la tua luce chi vive momenti di buio o smarrimento. Fa’ che ogni gesto d’amore ricevuto o donato diventi per loro un seme di speranza. Preghiamo.

6. Perché impariamo a vivere la gratitudine:

DONACI SIGNORE occhi capaci di stupore, cuore aperto alla lode, e mani pronte a custodire ciò che ci è stato affidato. Insegnaci a dire grazie per la vita, per la natura e per ogni giorno ricevuto. Preghiamo.

Sulle offerte

Ci purifichi da tutti i nostri peccati, o Signore, questo sacrificio che, offerto sull’altare della croce, espiò il peccato del mondo. Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla comunione

«Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me», dice il Signore. (Gv 12,32)

Dopo la comunione

Signore Gesù Cristo, che ci hai nutriti al tuo santo convito, guida alla gloria della risurrezione coloro che hai redento con il legno della vivificante croce. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Ringraziamenti:

14 settembre 2025 - Esaltazione della Santa Croce