PADRE, FONTE DI VITA Domenica 17 marzo – V di Quaresima

Dio dei viventi, che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro, ascolta con benevolenza il gemito della tua Chiesa, e chiama a vita nuova coloro che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte. Per il nostro Signore Gesù Cristo.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (11, 1-45)

Si alzò e andò da lui

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Il racconto offre una risposta alla domanda di tutti: che senso ha la morte? Ci soffermiamo sui personaggi coinvolti: i discepoli, i giudei, Maria e Marta, Lazzaro, Gesù.

I discepoli fraintendono le parole di Gesù: pur vivendo a contatto con lui, non lo comprendono, perché il loro amore non è ancora purificato da una fede piena. Non capiscono di che morte parla Gesù e in che cosa consiste la gloria di Dio e la glorificazione del Figlio. Tra i discepoli emerge Tommaso: invita a salire senza paura con Gesù a Gerusalemme, a sposare il suo punto di vista, a morire con lui.

I giudei, amici di Lazzaro, si aspettano che, dopo aver aperto gli occhi al cieco, Gesù possa far sì che Lazzaro non muoia. Si attendevano che Gesù portasse la fine di ogni sofferenza e soprattutto della morte, portasse il cambiamento miracolistico delle leggi della natura e della storia. Quando Gesù opera il miracolo e mostra che il suo amore è più forte di ogni realtà, lasciando così intravedere la sua identità divina, molti giudei credono in lui.

Le due sorelle, Marta e Maria, sono accomunate dall’attesa di Gesù e dalla fede in lui; avvertono Gesù con una preghiera piena di rispetto che il suo amico Lazzaro è malato. L’intervento di Gesù è ottenuto dalla loro mediazione. Gesù non ci esonera dalla morte, dal momento che egli stesso ha voluto accettare questa realtà drammatica, ma ci mette in grado di non soccombere di fronte al buio della fine di questa vita terrena. Se siamo con lui, quello che accade in questo mondo, il vivere e il morire, non è più lo stesso, non è quello che appare, ma è per la gloria di Dio: la nostra vita e la nostra morte sono il luogo in cui la potenza di Dio si manifesterà come vittoria sul male e sulla morte. Dove c’è Gesù, la morte non è capace di vincere la vita. Camminando con Gesù, siamo nella luce, nelle ore del giorno. Gesù è la risurrezione e la vita, anche quando ci sembra che non ci sia nulla da fare. Mediante Gesù, siamo sempre uniti a Dio che è fonte della vita, in qualunque stato la natura e la storia ci pongono, cioè mentre siamo nella vita terrena e nella morte terrena.

Maria mette in luce la dimensione umana di Gesù, mentre la fede di Marta ci aiuta a confessare soprattutto la sua identità divina. Egli è la risurrezione e la vita perché prima di tutto è colui che ama: ama Lazzaro, le due sorelle, manifesta il suo amore con il pianto, soffre con chi è nel dolore, al punto che i giudei esclamano: «Guarda come lo amava!». L’amore lo porta a condividere la nostra morte e a vincerla. Su questo amore di Gesù, vero Dio e vero uomo, noi fondiamo la nostra fede.

Lazzaro è l’amico di Gesù: rappresenta l’uomo per il quale Gesù ha lasciato il Padre ed è venuto tra noi. Proprio perché è amato da Gesù, Lazzaro non può restare prigioniero della morte. Per Gesù chi gli è stato affidato dal Padre non va perduto, ma può udire sempre, anche dal sepolcro, la sua voce carica di vita. Lazzaro è chiamato per nome da Gesù, è il primo di coloro che nel sepolcro odono la voce di Gesù ed escono. Gesù si identifica nella morte dell’amico e impegna tutto se stesso, prefigurandovi il proprio destino pasquale e associandolo a quel destino pasquale. Lazzaro non dice nulla, ma si lascia chiamare per nome da Gesù e così diventa icona della potenza e della vita del Signore. Lazzaro diventa rivelazione di fin dove arriva la salvezza di Gesù, prefigurazione della risurrezione di Gesù e segno della totale salvezza di tutti gli uomini.

Gesù ama Lazzaro, eppure, quando è informato della malattia dell’amico, aspetta due giorni prima di partire verso Betania. Quando poi decide di andare a incontrarlo, Lazzaro è già nella tomba. Perché il Signore della vita non è presente, quando c’è totale bisogno di lui? Gesù risponde in maniera enigmatica, dicendo che in quella malattia e in quella morte Dio rivelava la sua gloria. Gesù si reca al sepolcro e lì si turba, piange perché la morte continua a rimanere uno scandalo, un mistero inquietante anche per lui. Gesù si pone di fronte alla tragicità della morte e reagisce con amore, pianto e turbamento; soffre e piange con coloro che sono nel dolore.

Prima di risuscitare Lazzaro, Gesù prega. La sua non è una preghiera di richiesta, ma di ringraziamento per la sua profonda comunione col Padre; i presenti devono così scorgere, al di là del miracolo, la fonte dalla quale esso deriva: Gesù può donare la vita grazie allo stretto legame che lo unisce con il Padre, che è la fonte della vita.

Preghiera

Strumenti per approfondire:

VITE CHE SANNO DI VANGELO: è una serie video prodotta dall’Arcidiocesi di Trento. Al centro un brano evangelico, uno o più testimoni che raccontano in ogni puntata quali echi abbia avuto in lui quella pagina evangelica e come abbia parlato e parli alla sua vita. Protagonista della puntata Fra Ezio Tavernini, 66 anni, cappellano dell’ospedale S. Chiara di Trento: “Gesù non delude. La risurrezione di Lazzaro è un dono fatto all’umanità, ai cristiani di tutti i tempi. Ci ricorda che il nostro morire è un sonno, un passaggio, ma non è l’ultima parola, ma la penultima. Drammatica, dura, ma l’importante è avere qualcuno vicino che ci ricordi che la vita è fatta di amore e quello dà una luce su tutto”.

FILM: Strutturato secondo rigide regole (Dogma 95), il film si divide in sette capitoli nei quali si può leggere la vicenda della protagonista Bess come un cammino di Passione, fino all’estremo sacrificio. Il film viene compreso meglio partendo dal titolo originario inglese Breaking the waves, che suona come “spezzando le onde”. Le onde del mare, così come i sepolcri vengono “spezzati” da un amore estremo.

LIBRO: La storia parla di un adolescente che, uscito con i suoi amici in una fredda notte in cerca dell’onda perfetta da cavalcare all’alba con i loro surf ruggenti, sulla strada del ritorno ha un incidente ed entra in coma irreversibile. Da quel momento, una macchina inesorabile si mette in moto: bisogna salvare almeno il cuore, non solo organo, ma sede e simbolo della vita.

SULLA TUA PAROLA: è la proposta delle nostre parrocchie che invita a frequentare con semplicità e curiosità il Vangelo, con l’obiettivo di “conoscere Gesù per poterlo riconoscere”, come suggerisce papa Francesco: un invito a vivere l’incontro con un volto di Dio ancora poco conosciuto, il volto di Gesù Cristo, sempre nuovo, sempre capace di stupire e di affascinare, un invito aperto a tutti e per tutti, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore» (Evangelii Gaudium 3).

SUSSIDIO: Anche quest’anno il Centro Missionario Diocesano propone i consueti materiali diocesani per l’accompagnamento spirituale nel tempo di Quaresima. Il tema di quest’anno è “Generare speranza nel cambiamento”. Viene proposto uno strumento personalizzabile per l’accompagnamento dei bambini durante il tempo di Quaresima il “GIOQUA” IL GIOCO DELLA QUARESIMA, scaricabile sul sito:

Per trovare tutto il materiale:

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