ARA DI PERGAMO
Un nuovo cambiamento determinato, ancora, da un viaggio all'estero, questa volta dalla visita a Berlino, città che concretizza una vera e propria rivoluzione concettuale nei fondamenti artistici del maestro sorano.
Con questa esperienza, si accorge che la sua pittura, fino allora sempre in qualche misura legata all'espressionismo, poteva attingere alla classicità, a quella, ad esempio, dell'arte greca del III sec. a.C.
Occorreva ritornare e rifarsi, dunque, alle origini dello splendore della città di Pergamo, splendore testimoniato in maniera eccezionale dai bassorilievi dell'altare osservato a Berlino, accentuati nelle forme e nelle ombre, nonostante la ricostruzione risulti parziale.
Il suo itinerario artistico, non senza un certo travaglio, perviene a nuove considerazioni e ad un'arte in cui il materiale utilizzato assurge al ruolo di protagonista.
I suoi quadri presentano, così, una condizione materica significativa, privilegiando, in particolare, l'uso della foglia d'oro con la quale egli ripropone le suggestioni percepite attraverso una collezione di pannelli pittorici su tela.
RITUALI ESOTICI
Agli inizi degli anni '80 del secolo scorso risalgono le elaborazioni pittoriche che illustrano rituali esotici attinti dall'artista dal repertorio decorativo di monumenti risalenti ad antiche civiltà orientali.
D’ispirazione asiatica, questi dipinti sono correlati al tema della religiosità pagana, che vuole l’uomo vittima di un inganno: l’obbligo di dare senza ricevere. Gli impasti sontuosi e i riflessi cangianti dei colori, utilizzati non per sfondo, particolarmente buio, ma per tutte le figure (uomini adoranti e divinità pagane), esercitano una pressante seduzione agli occhi delle anime, simboli sottesi all’astrattismo delle figure stesse.
Lo scenario propone una rappresentazione rituale, di devozione, ma i volti spenti, inespressivi o addirittura irriconoscibili come quelli di un passato che non comunica più nulla, fermo nei suoi canti rituali inconciliabili con il mondo moderno.