Incontro con il Centro Astalli, Progetto Finestre
Il Centro Astalli è la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS. Da oltre 40 anni è impegnata in attività e servizi che hanno l’obiettivo di accompagnare, servire e difendere i diritti di chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze, non di rado anche dalla tortura. Si impegna inoltre a far conoscere all’opinione pubblica chi sono i rifugiati, la loro storia e i motivi che li hanno portati in Italia.
I rifugiati sono persone che scappano dalla persecuzione per motivi religiosi, politici, etnici, per insicurezza e disuguaglianze.
Quando scappano dalle persecuzioni ed arrivano nel luogo di immigrazione hanno diversi bisogni: quelli del cibo, igiene, casa e assistenza sanitaria.
La storia di Moussa
Moussa era un ragazzo del Mali che andava a scuola grazie alla madre. Quando questa si ammalò, fu costretto a lasciare gli studi e ad andare a lavorare in un’autofficina. Nel suo Paese ci fu un colpo di stato, dal posto di lavoro venne portato in un campo militare come prigioniero, lì sottoposto a torture per avere delle informazioni sul suo datore di lavoro. Un giorno la guardia del campo militare si distrasse e lui scappò, quando i militari se ne accorsero e iniziarono a cercarlo, continuò a correre fino a quando non trovò una casa con delle persone che lo aiutarono e lo misero in contatto con lo zio, che lo portò a casa sua nel bagagliaio di una macchina. Lo zio gli disse che un suo amico lo poteva portare in Algeria e così avvenne.
In Algeria un giorno incontrò una persona che lo voleva aiutare però lui rifiutò, qualche giorno dopo sentì la notizia che le persone che avevano fatto il colpo di stato erano state finalmente arrestate, ma doveva ancora restare in Algeria. Accettò la proposta di aiuto di una persona, questa lo mandò “dal figlio” in Libia dicendo che poteva lavorare per lui e lo avrebbe pagato. Quando Moussa arrivò in Libia da questo così detto ‘figlio’, scoprì dopo un po' di giorni che quella persona in realtà lo aveva venduto come schiavo all'uomo in Libia e se Moussa avesse provato a fuggire gli sarebbe stato fatto del male. In seguito conobbe una persona del suo stesso Paese che lo mandò in una casa abbandonata. Nel tentativo di lasciare la Libia, lo fermarono dei poliziotti e lo portarono in un carcere qui, dopo poco lo liberarono. Voleva tornare in Algeria, ma un giorno incontrò delle persone che gli promisero di farlo salire su una barca, tuttavia scoprì che era solo un gommone su cui salirono 200 persone. Non poteva più tornare indietro, gli fu detto che il viaggio sarebbe durato soltanto 3/4 ore per arrivare alla terraferma.
Il viaggio invece durò giorni senza viveri a sufficienza.
Il gommone arrivò in Sicilia, lui poi si trasferì a Genova e a Roma. Qui dormiva sotto i ponti e andava a prendere il cibo al Centro Astalli. Trovò un lavoro in un ristorante e in questo modo ‘sistemò’ più o meno la sua vita, però non è ancora riuscito a tornare in Mali.
Asia
Credits:
Creato con immagini di zef art - "Silhouettes of a crowd standing at blurred military war ship on foggy background. Selective focus. Passengers try to escape." • sezer66 - "Escape"