21 maggio 2023
La Divina Commedia è un poema scritto da Dante Alighieri durante il suo esilio da Firenze, tra il 1304 e il 1321, conosciuto come uno dei massimi capolavori della letteratura mondiale.
In quest'opera Dante offre una sintesi culturale dei diversi aspetti della cultura dell'epoca medievale, della fede e del pensiero politico a cui appartiene Dante.
IL VIAGGIO INTERIORE DELL'UOMO
Nella Divina Commedia, Dante racconta di un viaggio immaginario attraverso i tre regni dell'Oltretomba, corrispondenti alle tre cantiche che suddividono il poema: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ogni cantica comprende trentatré canti, più uno introduttivo nell'Inferno, per un totale di 100 canti.
Dante attraverso la Divina Commedia ci offre una sintesi dei diversi stati d'animo che l'essere umano può vivere durante la propria vita. Il poeta statunitense Ezra Pound (1885-1972) scriveva che la Commedia è: "il viaggio dell'intelletto di Dante attraverso quegli stati d'animo in cui gli uomini, di ogni sorta e condizione, permangono prima della loro morte."
INTRODUZIONE
Il poema si apre la notte fra il 7 e l'8 aprile del 1300. Il viaggio narrato da Dante si svolge nell'arco di una settimana, la Settimana Santa, nell'anno del 1° giubileo istituito da Bonifacio VIII, che promise 100 anni di indulgenza (100 anni in meno da scontare in Purgatorio).
Nel mezzo della sua vita (35 anni), Dante racconta di essersi smarrito in una selva oscura perché si è allontanato dalla retta via. Inizia il suo viaggio alla ricerca della salvezza, incontra Virgilio, poeta latino e autore dell'Eneide. Virgilio era stato per Dante un maestro e fonte di ispirazione, per questo lo sceglie come sua prima guida in questo viaggio simbolico, ma reale.
Per raggiungere la salvezza Dante deve attraversare i tre regni eterni: Inferno, dove sente le urla disperate dei dannati; Purgatorio, in cui la gente è contenta perché spera di salire un giorno tra i beati; ed infine il Paradiso. Virgilio lo accompagnerà in questo suo lungo viaggio attraverso l'Inferno e il Purgatorio perché essendo pagano, non può entrare nelle porte del Paradiso. In Paradiso gli faranno da guida prima Beatrice e poi San Bernardo di Chiaravalle.
L'INFERNO
L'Inferno si trova sotto la città di Gerusalemme. E' una voragine a forma di cono rovesciato, creatasi quando Lucifero venne cacciato dal Paradiso. La sua caduta formò questo cono, suddiviso in 9 cerchi, ognuno dei quali è destinato alla punizione di un particolare peccato. Più si scende nelle profondità della Terra e più i peccati e le pene diventano man mano più gravi. Nella profondità dell'Inferno si trova Lucifero che sporge dalle acque ghiacciate del Cocito con metà del busto, intento a divorare con le sue tre bocche, per l'eternità, i tre supremi traditori dei benefattori: Giuda, traditore di Gesù, Bruto e Cassio, traditori di Cesare e dell'Impero. Nell'Antinferno si trovano gli ignavi, anime che non hanno agito né per il bene né per il male. Nel primo cerchio c'è il Limbo dove si trovano i giusti non battezzati. I peccatori si dividono in tre gruppi: incontinenti, violenti ed infine i fraudolenti, dove rientrano anche i traditori.
LA LEGGE DEL CONTRAPPASSO
All'Inferno vige la legge del contrappasso: al colpevole viene inflitto lo stesso danno che lui aveva arrecato alle sue vittime nella vita terrena. Esistono due tipi di contrappasso: per analogia (es: i lussuriosi che in vita si erano lasciati trasportare dall'amore, ora si lasciano trasportare dalla bufera infernale), e per contrasto (come gli ignavi che nella vita non presero mai posizione, ora sono condannati a seguire una bandiera bianca e a essere punti da vespe).
Dante e Virgilio si trovano davanti alla porta dell'Inferno che li ammonisce. L'ingresso è segnato dal fiume Acheronte, dove Dante e Virgilio si trovano davanti una moltitudine di anime che aspettano Caronte, il terribile traghettatore dei dannati. Quando Caronte approda alla riva del fiume, capisce subito che Dante è vivo e gli svela che lui è destinato al Purgatorio. Nel secondo cerchio si trovano i lussuriosi, coloro che hanno peccato di lussuria e si sono lasciati trasportare dall'amore carnale. Nell'ottava bolgia dell'ottavo cerchio si trovano, rinchiusi nelle fiamme, i consiglieri fraudolenti che hanno passato la loro vita ad ingannare gli altri.
Dante e Virgilio, attraversato il Cocito, e dopo essere stati al cospetto di Lucifero e del suo terribile spettacolo, escono dall'Inferno aggrappandosi a Lucifero e percorrendo una strettoia.
IL PURGATORIO
Il Purgatorio è il luogo dove sono raccolte le anime dei peccatori pentiti che espiano i loro peccati aspettando di entrare in Paradiso. E' una montagna situata nell'emisfero australe nel bel mezzo dell'oceano. Secondo Dante la montagna si è formata quando Lucifero, cacciato dal Paradiso, ha causato lo spostamento dell'enorme massa di terra. Il Purgatorio quindi si trova agli antipodi dell'Inferno. Le anime destinate al Purgatorio vengono raccolte da un angelo alla foce del fiume Tevere.
La parte più bassa della montagna è destinata all'Antipurgatorio dove si trovano le anime dei negligenti, ossia coloro che hanno aspettato a pentirsi in fin di vita. I negligenti sono divisi in tre gruppi: gli scomunicati che si trovano in una spiaggia; coloro che morirono di morte naturale e coloro che furono uccisi si trovano nei due balzi ed infine, nella valletta fiorita, i governanti che trascurarono i loro doveri. Tutte queste anime sono in attesa di poter entrare nel Purgatorio vero e proprio.
Il Purgatorio è diviso in sette cornici che si restringono man mano che si sale verso il Paradiso per raggiungere la salvezza. Qui le anime si purificano dai sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola e lussuria. Nell'ultima cornice si trova il Paradiso terrestre: l'ultimo gradino da superare per poter entrare in Paradiso.
Dante e Virgilio, usciti dall'Inferno, si trovano in una spiaggia deserta dove appare loro un vecchio: Catone, il guardiano della montagna. Inizialmente Catone gli sbarra la strada, ma quando comprende che questo viaggio è volere divino li lascia passare. Alle porte del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare Dante perché non ha conosciuto la vera fede e non può procedere oltre e lo affida alla guida di Beatrice che lo conduce in Paradiso.
IL PARADISO
Dante come tutti gli uomini medievali sosteneva la teoria tolemaica o geocentrica. Per lui la Terra è una sfera immobile al centro dell'universo, circondata dall'aria e da una sfera di fuoco che segna il confine con l'universo. Al di sopra della sfera di fuoco tutto è eterno e immutabile.
La cantica del Paradiso inizia e termina con una lode a Dio. Beatrice conduce Dante attraverso i 9 cieli del Paradiso, 9 sfere concentriche che sono mosse dagli angeli e producono un suono armonioso. I primi sette cieli sono: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno. Segue l'ottavo cielo, quello delle "Stelle Fisse" e poi il nono, detto "Primo Mobile". Oltre i 9 cieli si trova l''Empireo, sede di Dio e dei beati, disposti in una Candida Rosa intorno a Dio e alla Vergine Maria. Qui Beatrice viene sostituita da San Bernardo di Chiaravalle che accompagna Dante alla contemplazione di Dio e della Santissima Trinità.
Terminato il suo viaggio, Dante torna sulla Terra per adempiere alla sua missione e mostrare a tutti gli uomini una via da seguire per la salvezza, attraverso la narrazione di ciò che ha visto nel suo viaggio.
I PERSONAGGI DELLA DIVINA COMMEDIA
Molti dei personaggi che incontra Dante nel suo viaggio sono personaggi storici o mitologici che le persone del tempo conoscevano molto bene. I personaggi della Commedia offrono uno specchio della società medievale e nell'opera assumono la funzione di denunciare i mali e le ingiustizie dell'epoca.
Le figure femminili all'interno della Commedia non sono molto presenti, ma Dante, nel poco spazio che gli dedica nell'opera, ne parla sempre in modo positivo. Attraverso le loro storie, risalta la condizione di inferiorità della donna rispetto all'uomo nella società dell'epoca. Beatrice, la donna amata da Dante, aleggia per tutta la Commedia e assume un ruolo molto importante di guida finale di Dante nel Paradiso. Francesca da Rimini appare nel V Canto dell'Inferno e trascina Dante nella sua commovente e straziante storia d'amore con Paolo, finita tragicamente in un modo inaspettato: "Caina attende chi vita ci spense". Dante partecipa commosso, tanto da svenire.
Sono le figure maschili quelle che prevalgono nella Commedia. Personaggio maschile principale è senza dubbio Dante, presente non solo come autore e giudice, ma come protagonista in tutta l'opera che rappresenta tutti gli uomini come il peccatore pellegrino in cerca della salvezza. Virgilio rappresenta la ragione umana, capace di discernere il male dal bene. E' il simbolo della conoscenza e del sapere. Catone è l'eroe romano della libertà poiché piuttosto che chiedere la grazia a Giulio Cesare preferì suicidarsi. Minosse che in vita era stato un re giusto ora è stato designato come giudice infernale. Ulisse è il simbolo della conoscenza e della curiosità umana che per raggiungere i propri scopi è disposto a tutto, a peccare di inganni e ad infrangere il volere divino.
L'opera è composta da terzine di versi endecasillabi, ne conta 14233, a rima incatenata. I versi sono composti da undici sillabe raggruppati in strofe da tre, dette terzine. La terzina dantesca ha uno schema ben preciso in cui la prima strofa fa rima con la terza e la seconda con la prima della terzina successiva. (ABA BCB).
Il Canto VI di ogni Cantica è di argomento politico: Firenze nell’Inferno, l’Italia nel Purgatorio, l’Impero nel Paradiso.
Ogni Cantica termina con la parola "stelle". Per Dante le stelle sono il simbolo della luce e rappresentano la speranza della salvezza per chi cade nel peccato.
LA LINGUA
Dante sceglie di scrivere la Divina Commedia in volgare fiorentino, la lingua del popolo, per renderla più accessibile a tutti. Il successo della Commedia fa si che il volgare fiorentino diventi a tutti gli effetti una lingua letteraria e diventi l'unica lingua letteraria italiana grazie a questa scelta di Dante di valorizzare il volgare e renderlo pari al latino. Per questo Dante viene ancora oggi considerato e riconosciuto padre della lingua italiana e padre dell'Italia, poiché con il suo poema, oltre a dare dignità alla lingua italiana e ad ispirare gli ideali patriottici, ha scoperto la necessità di riunire l'Italia e farla risorgere.
L'ALLEGORIA
Allegoria significa parlare d'altro, ossia, attraverso delle immagini concrete, dei simboli, si rappresenta un concetto più astratto. La Divina Commedia è piena di allegorie come la selva, le guide, le belve e Dante stesso. La selva rappresenta il peccato; Virgilio rappresenta la ragione umana che da sola non può arrivare a Dio; Beatrice è la grazia divina e San Bernardo rappresenta lo slancio verso Dio. Le tre Belve che Dante incontra nel suo cammino e che gli sbarrano la strada costringendolo a passare per i tre regni, rappresentano: la lonza è la lussuria, il leone la superbia, e la lupa l'avarizia. Anche il poeta stesso ha un significato allegorico, infatti il viaggio che lui intraprende è il cammino di ogni uomo dal peccato alla salvezza.