Il diritto di... i diritti naturali dei bambini

Il 20 Novembre si è celebrata la giornata dedicata ai diritti naturali dei bambini.

Oggi sembra quasi un paradosso dover ricordare che esistono i diritti o meglio che sarebbe “buona cosa” ricordare che ogni bambino in quanto tale ha dei diritti naturali: il diritto essenziale di essere bambino prima di ogni altra cosa, perché possa essere un giorno un adulto capace di entrare in relazione con se stesso e con il mondo. Saprà così che ogni individuo, senza alcun tipo di distinzione ha diritto di “essere” e allo stesso tempo saprà rispettare i diritti di tutti. L' I.C. Ennio Morricone ha voluto esserci e dare la sua testimonianza festeggiando nella modalità che i bambini sanno praticare in modo naturale, lasciando spazio alla creatività, al gioco, alle emozioni perché solo “emozionandosi si impara” (M. Montessori). Ogni sezione della scuola dell’infanzia ha dedicato l’intera giornata all’evento vivendo con i bambini molte di quelle attività che rispecchiano i principi essenziali dei diritti naturali di Zavalloni. Tra i tanti, citati dal Maestro, la scuola dell’infanzia è molto legata ad alcuni in modo particolare: il diritto di stare all’aria aperta, a usare le mani, agli odori, il diritto di sporcarsi, di annoiarsi, il diritto al selvaggio. Quest’ultimo non è trasgredire regole, ma il diritto di liberare il bambino da un pensiero strutturato e convenzionale che appartiene solo all’adulto. Un esempio di diritto al selvaggio è la libertà di uscire dai “contorni”, di scegliere i colori preferiti, non solo per rappresentare, ma anche per rappresentarsi. Quante volte ingenuamente si decide il colore di una maglia o di un pantalone che il bambino ”DEVE” indossare, tralasciando le sue preferenze. L’adulto sceglie il colore, quello più vicino alle sue preferenze o comunque alla consuetudine che solo un adulto possiede, sostituendosi completamente al bambino, che spontaneamente avrebbe espresso se stesso attraverso una scelta. Nessuno, forse pochi, gli adulti che sceglierebbero un maglione a righe abbinato ad un pantalone a pois! Il bambino è questo, il suo diritto all’esperienza, alla creatività, alla ricerca della sua individualità. Il diritto allo sporco non è la mancanza di cura del bambino, ma lo sporco rappresenta la possibilità importante per lui di conoscere il mondo con le proprie mani, di usarle sperimentando “lo sporco” degli abiti e del viso, che non è lo sporco convenzionale, ma è il risultato di ciò che può essere creato attraverso le mani, non importa se si tratta di terra, sabbia, farina, si impara anche sporcandosi e non solo attraverso le mani, ma anche con i piedi. Essi comunicano al bambino sensazioni nuove che liberano emozioni fondamentali e nutrienti sia sul piano cognitivo che emozionale. Il diritto alla noia, all’ozio cioè il diritto allo STARE e non al fare. Quel fare sempre più praticato durante le lunghe giornate che trascorrono i bambini: FARE FARE. Sempre troppo poco il tempo dello stare, stare in attesa , imparando a gestirla, comprendendo attraverso questa che le cose cambiano e non sempre velocemente, ma che esiste la lentezza, esiste che le cose non sempre diventano quello che vorremmo, qualche volta si qualche volta no...e allora che si fa, si propone velocemente un altro fare, invece dello stare. E’ essenziale stare , perché in questa esperienza il bambino scopre il modo creativo per strutturare il proprio tempo, in silenzio, osservando e ascoltando il rumore che fa la foglia se la schiaccia tra le mani o il matitone che percorre una “lunga strada” disegnando cerchi e figure “strambe” su un foglio, o costruendo un percorso a terra con una pietra porosa. Allora carissimi tutti: genitori, maestri, nonni, buona giornata dei diritti naturali e che ci sia sempre! Con l’augurio che la bambina/o che siamo stati nella nostra infanzia accompagni sempre l’adulto che è in noi, permettendogli di cogliere e gioire di momenti speciali che solo il bambino, se libero, è in grado di scoprire.

Le maestre della sez C

Simona Perfetti Elisa Di Maio