L'Unità d'Italia Lucrezia Marini - 18 ottobre 2023

1848 - I GUERRA D'INDIPENDENZA - CAVOUR - GUERRA DI CRIMEA - ACCORDI DI PLOMBIèRES - II GUERRA D'INDIPENDENZA - L’IMPRESA DEI MILLE – GARIBALDI – III GUERRA D’INDIPENDENZA – LA PRESA DI ROMA

Prefazione

Molti intellettuali e politici volevano che l'Italia diventasse unita e indipendente.

L'unico modo che avevano gli Stati italiani per rendersi indipendenti dall'Austria era appunto quello di unificarsi in uno Stato più forte.

Nella primavera del '48, in Italia scoppiarono numerose rivolte.

Due anni prima, Papa Pio IX aveva istituito una sorta di Parlamento e aveva concesso un'amnistia per i reati politici. Anche i Savoia, nel Regno di Sardegna e il Granducato di Toscana seguirono il suo esempio, concedendo una limitata libertà di stampa.

A Palermo, dopo numerose rivolte e sommosse popolari, il re Ferdinando II di Borbone fu costretto a concedere una costituzione. Anche il Granduca di Toscana la concesse, mentre Carlo Alberto di Savoia emanò lo Statuto Albertino.

1848

Appena a Venezia si seppe che a Vienna era scoppiata una rivolta che aveva costretto il ministro Metternich alla fuga, anche la città marittima insorse, e vi fu proclamata la repubblica.

Anche Milano si liberò dal dominio straniero con le cosiddette Cinque giornate.

I guerra d'Indipendenza

I patrioti e il liberali approfittando di questa situazione sfavorevole all'Austria chiesero a Carlo Alberto il suo appoggio e lui entrò in guerra con l'Austria: cominciò così la I guerra d'Indipendenza.

Le truppe piemontesi furono sconfitte a Custoza, e il re fu costretto a firmare un armistizio con l'Austria e tutto tornò come prima: Milano e Venezia nelle mani degli austriaci.

Il papa dovette lasciare Roma e lì vi si stabilì una repubblica guidata da Mazzini, Armellini e Saffi.

Carlo Alberto decise di rientrare in guerra con l'Austria, ma venne nuovamente sconfitto a Novara, così decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II.

Cavour

Camillo Benso, conte di Cavour era un politico, dapprima ministro dell'Agricoltura e delle Finanze, poi capo del governo del Regno di Sardegna. Aveva viaggiato molto, anche all'estero, vedendo di persona l'attività del Parlamento Inglese.

Secondo il suo parere il Regno di Sardegna doveva guidare i movimenti patrioti e liberali, ma doveva essere appoggiato da una potenza straniera. Chi se non la Francia?

La guerra di Crimea

Il Regno sabaudo entrò nella guerra di Crimea, in cui si scontravano la Russia da un lato contro Francia e Inghilterra. L'unica cosa che ottenne fu che Cavour potè partecipare al Congresso di pace di Parigi del 1856.

Un italiano, Orsini, scagliò delle bombe contro la carrozza di Napoleone III, l'allora imperatore francese. Cavour prese la palla al balzo e disse che l'Italia era una polveriera pronta ad esplodere e che Napoleone doveva intervenire per evitare una catastrofe.

Gli accordi di Plombières

Nel giugno 1858 arrivarono gli accordi segreti di Plombières tra Cavour e Napoleone III.

Accordi di Plombières

Gli accordi erano che:

  • Se l'Austria avesse attaccato per prima l'Italia, la Francia sarebbe intervenuta;
  • In cambio, la Francia, doveva avere le città di Nizza e Savoia;
  • Dopo la sconfitta austriaca l'Italia doveva essere divisa in 4 stati: sabaudo, papale, meridionale e centrale.

L’impresa dei Mille

A Palermo scoppia una rivolta contro i Borbone, organizzata dai mazziniani Francesco Crispi e Rosolino Pilo.

I democratici vogliono preparare, con a capo Garibaldi, una campagna militare per conquistare il Sud.

Il 5-6 maggio 1860 Garibaldi salpa da Quarto con un migliaio di volontari.

Il primo successo dei Mille è a Calatafimi.

Nel frattempo il suo esercito si ingrandisce anche grazie ai volontari.

I contadini siciliani appoggiano i Mille, perchè volevano che i territori dei latifondisti fossero distribuiti a tutto il popolo. Per questo si scatenano violenze contro i signori e i latifondisti che sono state represse dai garibaldini.

Quando Garibaldi entra a Napoli, il re deve rifugiarsi a Gaeta, la caduta della fortezza segna la fine del regno dei Borbone.

Perché le giubbe rosse?

Garibaldi, potendo contare su pochi finanziamenti per questa sua impresa, trovò del panno di lana rosso, in genere usato per i camici dei macellai al fine di nascondere le macchie di sangue animale, per rivestire le sue truppe.

Curiosità

Il 5 maggio si celebra la spedizione dei Mille e la loro partenza da Quarto. In realtà, lì vi partirono solo i comandanti come Garibaldi e pochissimi volontari. La maggior parte dei volontari partì da Foce.

Sulla parete esterna della Casa dei Pescatori, alla Foce era presente una targa, ora quasi totalmente distrutta, commemorativa, della partenza dei Mille da Foce

Garibaldi

(Nizza 1807/Caprera 1882)

Prima dei 30 anni, si imbarca per l’America Latina per partecipare alle lotte d’Indipendenza.

Era un uomo d’azione che con l’impresa dei Mille libera l’Italia meridionale per poi consegnarla a Vittorio Emanuele II.

Fu merito suo l'unica vittoria, a Bezzecca, della III guerra d'indipendenza.

Fu chiamato l’eroe dei due mondi per le sue imprese in Sud America e in Europa.

E’ considerato il padre della patria, insieme a Mazzini, Cavour e Vittorio Emanuele II.

I 4 "padri della patria"

1861: IL REGNO D’ITALIA

Vittorio Emanuele II incontra a Teano Garibaldi e si fa consegnare le terre sottratte ai Borbone.

Con un plebiscito, Marche, Umbria e il Meridione si uniscono al Regno di Sardegna.

Mancano soltanto il Vento, il Trentino, appartenenti all'impero austro-ungarico, e il Lazio, sotto la guida del Papa.

Il 17 marzo 1861 il primo Parlamento nazionale proclama il Regno d’Italia con a capo Vittorio Emanuele II.

Torino diviene la nuova capitale.

Il Parlamento del Regno d'Italia

LA TERZA GUERRA D’INDIPENDENZA

La situazione politica dell’Italia era legata alla Francia, poiché era coinvolta nella Seconda Guerra d’Indipendenza.

Nel 1866 l’Italia si allea alla Prussia, contro l’Austria. L’Italia fu sconfitta a Custoza e Lissa, l'unica vittoria fu per mano di Garibaldi a Bezzecca; dopo la vittoria della Prussia, acquisì il Veneto.

Presa di Roma

Cavour affermò che l’Italia non era completa se Roma non ne era la capitale.

Il papa Pio IX non voleva cedere il Lazio e Roma, e aveva anche l’appoggio della Francia di Napoleone III.

Mazzini, che era stato capo della repubblica romana, era il più risoluto a prendere Roma sotto il Regno d'Italia.

Garibaldi aveva tentato di marciare su Roma, ma fu fermato dal governo italiano.

Papa Pio IX pubblicò il Sillabo, una raccolta delle idee che la Chiesa condannava, tra cui, le idee liberali, e ribadiva la sovranità papale sul Lazio.

Il 20 settembre 1870 I bersaglieri assaltano Roma dalla breccia di Porta Pia, per fare della città la capitale d'Italia.

Papa Pio IX issa la bandiera bianca su San Pietro poiché non voleva un bagno di sangue. Segna la fine del potere temporale dei papi.

Papa Pio IX

Quattro mesi dopo Roma diviene capitale del Regno d'Italia.

L'ostilità della Chiesa verso il neo Stato italiano durerà per decenni, nonostante la libera sovranità del Vaticano e i finanziamenti annuali.

Papa Paolo VI, nel 1966 parlando al Campidoglio, disse di non avere né rimpianti né nostalgie del tempo che fu.

20 settembre 1870

E' il giorno che ha dato nome a strade e piazze in ogni città d'Italia.

E' una data importante per la storia italiana e dell'unità d'Italia. Non è considerata festa nazionale dalla nostra Repubblica democratica perchè legata al Regno d'Italia, anche se viene ricordata.

ⒸRIPRODUZIONE RISERVATA 18 ottobre 2023, Lucrezia Marini