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Ebraismo Conoscenza

La Giustizia e la Pace

Un’etimologia popolare attribuisce al nome Gerusalemme il significato di città della pace (yer— shalom). Da un’altra parte proprio la finale “aim” del nome ebraico Yerushalayim evoca una dualità e allo stesso tempo una tensione. Vi è una Yerushalayim shel matah e una Yerushalayim shel ma’alah, una «Gerusalemme di sotto» e una «Gerusalemme di sopra». Come a dire che la pace è un qualcosa che riguarda la convivenza umana, ma allo stesso tempo interpella Dio, ha a che fare con la sua realtà.

Ma ci può essere davvero pace senza giustizia?

Nella storia di Giuseppe, una storia che si apre con una descrizione dettagliata di rapporti parentali all’insegna dell’ingiustizia, ad un certo punto Giacobbe invia il suo figlio prediletto, Giuseppe, dai suoi fratelli con queste parole: «va a vedere come è la pace dei tuoi fratelli e fa ritornare a me una parola» (Gen 37,14). Quando Giuseppe si presenta dai suoi fratelli sperimenta il loro odio, la loro realtà di non pace e ciò che ritornerà al padre sarà solo la sua veste intrisa del sangue di un capro. Solo un lungo percorso di riconoscimento dell’ingiustizia subita e operata restituirà a tutta la famiglia la pace.

La pace dunque è strettamente collegata con la giustizia, ma a sua volta non c’è giustizia senza verità:

«Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo».

Come insegna il Sal 85,11 la giustizia e la pace sono un bacio, l’espressione di un incontro tra altre due realtà: l’amore e la verità. Queste quattro realtà sono tra loro inseparabili e necessarie perché ognuna di loro sia veramente tale. Se da una parte non ci può essere pace senza giustizia, dall’altra non ci può essere giustizia senza verità, ma l’unico modo per raggiungere e trovare la verità è l’amore.

Nella tradizione ebraica vi è un midrash che può aiutare a comprendere questo:

«Disse R. Shimon: Quando il Santo, Egli sia benedetto, si accinse a creare l'uomo, gli angeli del servizio divino si divisero in gruppi ed in schiere. Alcuni dicevano: Si crei; altri dicevano: Non si crei. Come sta scritto: La misericordia e la verità si incontrarono, e la carità e la pace si baciarono (Sal 85,11). La misericordia diceva: Si crei, perché sarà misericordioso; la verità diceva: Non si crei, perché sarà tutto falsità; la carità diceva: Si crei, perché è destinato a fare opere di bene; la pace diceva: Non si crei, perché sarà tutto liti. [...] R. Hunah l'anziano di Sefforide disse: Mentre gli angeli erano occupati a discutere fra loro, il Santo, Egli sia benedetto, lo creò, e disse loro: Che cosa discutete? L'uomo è già creato» (Gen Rabbah 8,5).

Come dice il profeta Isaia:

«Praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre. Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri» (Is 32,17–18).

Nella traduzione sopra riportata, la parola ebraica «tzedakah» è intesa come «giustizia». Tuttavia, nell'ebraico post-biblico, tzedakah si riferisce specificamente alla «rettitudine» di fare la carità. Ad esempio: «...l'opera di giustizia (tzedakah) sarà pace (shalom)» (Isaia 32,17) è parafrasato in Mishnah Avot 2:7: «Più carità (tzedakah), più pace (shalom)». E secondo il Sifre Zuta, un Midrash tannaitico sui Numeri, «l'Onnipresente ricompensa chi dona tzedakah con la pace: “Perché l'opera della giustizia sarà pace”. E allo stesso modo si scopre che il Santo, che sia benedetto, consolerà Gerusalemme con la pace, come dice Isaia: “Allora il mio popolo abiterà in case tranquille”».

Fonte: www.mosaico-cem.it

Gerusalemme —città della pace—, e con essa tutta la terra, attende con speranza la pienezza di quella pace che solo l’amore «giusto» può realizzare nella verità per mano di tutti gli uomini e le donne di buona volontà: «E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio (Ap 21,2-3).