Loading

APRIRE IN DUE LE PAROLE

Spesso, quando leggo i vostri testi, trovo frasi che non mi fanno vedere nulla con gli occhi della mente, parole vuote di significato... come ad esempio "Era una giornata come tutte le altre..." Che significa? Come erano tutte le altre?

INSEGNAMENTO

Oggi provate a scovare nella vostra scrittura le parole e le espressioni che non muovono l'immaginazione di chi legge, che sono senza gusto, non danno vita né carattere al personaggio, all'ambientazione e alla storia. Dobbiamo fare a pezzi quelle parole e trovarci dentro un significato concreto.

COME FARE?

  • Leggete i vostri racconti sottolineando tutti i termini generici (parole che non richiamano immagini, parole vaghe o astratte, parole abusate che hanno perso il loro significato, parole ovvie, modi di dire, parole ripetute senza uno scopo...)
  • Crea una lista e trasforma le parole o le espressioni utilizzando metafore o riscrivendo la frase consentendo di visualizzare la scena.
  • Prova a sostituire le nuove espressioni nel testo. Ecco alcuni esempi di come puoi fare.
  1. Raddoppia l'aggettivo: invece di dire solo banale, usane due, che danno maggiore precisione.
  2. Rinforza il nome: togli l'aggettivo banale, ma trova un nome più specifico.
  3. Rinforza il verbo: togli il verbo banale, trovane uno più specifico
  4. Sostituisci l'espressione banale con un'azione (Mostra, non dire!)
  5. Sostituisci la parola con una metafora

Rileggi il tutto facendo attenzione a non squilibrare troppo il linguaggio (ad esempio eccesso di descrizioni quando non servono alla vicenda)

COME HO FATTO IO...

Parole come divertente, carino, fantastico, cosa, simpatico, normale o spaventoso sono tutte generiche: non descrivono nulla di specifico o non fanno nascere al lettore nessuna immagine nella mente. Nel linguaggio di ogni giorno, le usiamo così tanto che hanno acquisito troppe sfumature e si sono appiattite su un significato generico e banalizzato.

Vi faccio vedere come un'alunna ha trasformato la frase da cui era partita: "Era una giornata come tutte le altre..." Chiudo gli occhi e cerco di vedere, ad esempio, come può apparire una giornata che piace a me, proprio a me (perché non so cosa piace agli altri!), e la descrivo, usando altri sensi oltre alla vista: suoni e rumori, odori, emozioni e sensazioni, sapore... Potrei ottenere un risultato così:

"Sono grata al sole che mi accarezza la faccia, con i raggi tiepidi nell'aria d'autunno. La pioggia ha lavato via l'umidità pesante e io posso respirare a fondo. Camminando verso la scuola calpesto i semi sbattuti a terra dal vento, mescolati alle prime grosse foglie scure, stropicciate come stracci bagnati. Ancora non è arrivato il freddo che mi spinge ad andare veloce, a nascondere le mani in tasca se ho dimenticato i guanti: avrò qualche mattina d'aria pulita prima dell'inverno."

Quanto è diverso questo incipit! Ha unito tante tecniche diverse per creare immagini, vediamo quali:

  • Con i verbi ha personificato gli elementi: ha detto che il sole accarezzava e il vento spingeva
  • Ha usato la similitudine: le foglie sono come stracci
  • Ha usato il Mostra, non dire! nella piccola scena delle mani in tasca
  • Ha usato sensi diversi dalla vista: il tatto che percepisce l'umidità e il freddo alle mani

ORA TOCCA A VOI...

Compilate una lista delle parole vuote e abusate e delle frasi che avete notato nella vostra scrittura ... e cercate di modificarle!

Da oggi, ogni volta che rileggete una bozza o avrete una consulenza con un altro scrittore, potete andare alla ricerca di parole o frasi da spezzare o sostituire, per cambiare il tono dell'intero brano ed aggiungere descrizioni concrete che aiuteranno a renderlo vivo. Si tratta di un lavoro lento e preciso... un labor limae!