Laboratorio: pastorale e cura del territorio

Introduzione

Il seguente sussidio è frutto della riflessione e condivisione nata all’interno del laboratorio dedicato al tema Pastorale e cura del territorio del 20° Seminario Nazionale sulla Custodia del Creato tenutosi il venerdì 5 aprile 2024 a Roma.

L’attenzione dedicata alla sfera della pastorale vuole rispondere a delle domande che emergono dalle nostre realtà diocesane che si interrogano su “quale futuro siamo capaci di immaginare” e “in che misura la pastorale si prende cura del territorio”: di fronte ad una società sempre più complessa e interconnessa la Chiesa deve farsi carico delle diverse istanze che sorgono dal territorio per proporre una visione che sia foriera dell’azione dello Spirito che supera barriere territoriali e culturali per la promozione del bene comune.

Solo a partire dalla consapevolezza che siamo tutti responsabili della “custodia” della casa comune “ οἰκουμένη” possiamo lavorare per dare avvio e supportare dinamiche volte al creare relazioni e sviluppare una feconda partnership tra istituzioni. Fare rete, stimolare la creatività, ascoltare il creato e il suo grido, rafforzare la consapevolezza delle identità favorendo il cambio di prospettiva e l’impegno per la pace. Pastoralmente si tratta di recuperare uno stile pedagogico attento allo stupore che il creato genera in noi, di elaborare con coraggio nuovi stili di vita che generino speranza attraverso l'impegno civico e politico, partendo dall'assunzione di responsabilità per gli errori commessi che necessitano di un processo di riparazione.

Si manifesta chiara l’esigenza di trovare una strategia pastorale rinnovata nel linguaggio, nel metodo e nella proposta volta a dare una risposta verso una nuova necessaria armonia tra Creatore, creato e l’uomo che è la sola creatura fatta ad immagine e somiglianza del Creatore (Gen 1,26-27). Si tratta di favorire un’alleanza tra gli abitanti della Terra e la “casa comune”, alla quale dobbiamo cura e rispetto. Un’alleanza generatrice di pace, giustizia e accoglienza tra tutti i popoli della famiglia umana nonché di dialogo tra le religioni (MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER IL LANCIO DEL PATTO EDUCATIVO 12 settembre 2019).

Proposte per una pastorale del Tempo della Creazione

1. Approfittare del Tempo del Creato (un mese, 4 settimane) per animare pastoralmente più zone, anche quelle periferiche della diocesi per valorizzare le peculiarità e le ricchezze dei territori. Un processo che dalla periferia faccia emergere le specificità di un cammino condiviso che porti alla realizzazione di un evento centrale quale espressione della capillarità del territorio.

2. Tempo della Creazione come “Tempo per fare pausa” generando un momento di preghiera ecumenico o, più auspicabilmente interreligioso che focalizzi l’attenzione sul senso della cura che tutti sono chiamati ad avere nei confronti della “casa comune”.

3. Creare alleanze con il mondo della catechesi, con quello dei movimenti e delle realtà associative perché il tema della custodia del reato entri a pieno titolo nella formazione dei cristiani e non resti confinata ad un interesse di pochi volenterosi

4. Invitare i celebranti a ricordare in tutte le circostanze in cui è possibile che, come cristiani, abbiamo ricevuto la vocazione a “coltivare e custodire” il creato (Gen 2,15).

5. Attivare i docenti di religione cattolica perché sia da subito realizzata qualche iniziativa che renda protagonisti i ragazzi proprio nel momento in cui l’anno scolastico inizia. In particolare, dedicare la prima lezione dell’anno al tema della custodia del Creato sarebbe già un bel segnale di attenzione.

6. Interagire trasversalmente con le altre discipline così da promuovere un campo di dialogo scientifico, culturale, etico nell’orizzonte dell’ecologia integrale così come descritta nella Laudato sì, nella Fratelli tutti e nella Laudate deum: la scienza va a supportare i dati dell’esperienza umana e della didattica integrata, inclusiva ed aperta alle innovazioni metodologiche in prospettiva futura per il raggiungimento di quelle competenze trasversali che risultano essere l’essenza del sapere, del saper fare e dell’agire.

7. Aprirsi al territorio tramite esperienze residenziali con giovani per sperimentare un nuovo stile di vita che permetta di toccare con mano il delta tra la nostra quotidianità e quanto proposto dalle esigenze di una conversione ecologica.

8. Costituire in ogni realtà un Commissione diocesana per la custodia del Creato che provi a sensibilizzare il territorio sul tema della custodia del creato coinvolgendo laici esperti che possano anche costituire un riferimento per i vescovi nelle situazioni nelle quali potrebbe essere utile/necessario intervenire interloquendo con le istituzioni.

9. Provare a costituire delle CER perché l’input lanciato nella Settimana sociale di Taranto non cada nel dimenticatoio e sia l’esempio concreto di qualcosa di immediatamente utile che ogni chiesa locale può offrire al territorio nel quale insiste.

10. Recuperare le terre abbandonate patrimonio delle chiese locali trasformandole in campi che producono con le tecniche di agricoltura biologica.