Tempo del Creato 2024

Spera e agisci con il Creato

Rom. 8, 19-23: creazione, tra gemito e attesa

Al cuore del Tempo del Creato 2024, c’è un grande testo biblico, un passaggio della Lettera ai Romani. Sorprendente la prospettiva che vi troviamo: Paolo - che sta parlando dell’esperienza credente, vissuta nello Spirito, tra contraddizioni e speranza - allarga improvvisamente l’orizzonte ad una dimensione cosmica, alla condizione della creazione. Se al presente essa sperimenta caducità e corruzione, la sua attesa guarda alla “libertà della gloria dei figli di Dio”. È come le doglie del parto, fatte di un presente segnato dal gemito e dal dolore, ma soprattutto dell’attesa di una vita nuova prossima a nascere. Accanto ai significativi spunti presenti nel sito ecumenico del Tempo del Creato, vorremmo proporre alcuni elementi di approfondimento.

Un testo chiave per un’ispirazione ecologica…

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Dal testo di Rom. 8, 19-23 hanno tratto ispirazione tanti/e credenti che hanno esplorato i fondamenti di un impegno cristiano per la cura della casa comune. Lo stesso Papa Francesco lo richiama, nel n.2 dell’Enciclica Laudato Si’ (LS): la sofferenza del creato viene collegata alla condizione di crisi socio-ambientale, in cui - come segnalerà il n.49 di LS - il grido della terra si intreccia con quello dei poveri. La stessa enciclica riprende pure nei passaggi conclusivi la prospettiva di un rinnovamento finale del creato: la terra tutta ed ogni creatura troverà spazio in tale futuro pacificato promessoci dalla Scrittura. Ed allo stesso testo il vescovo di Roma faceva riferimento nel Messaggio di Quaresima 2019, vedendo in esso l’indicazione di una terra che attende il manifestarsi di un’umanità davvero all’altezza della responsabilità ecologica, capace di tradurla in stili di vita sobri e sostenibili. Così anche nel Messaggio per questo Tempo del Creato 2024, egli attinge ampiamente a tale testo nell’orizzonte dell’Esortazione Apostolica Laudate Deum.

Ma Rom. 8 ispirava anche il teologo australiano Denis Edwards, nell’indicare nello Spirito il “compagno di ogni creatura sofferente” e assieme la “levatrice di nuova creazione”.*

*D.Edwards, L’ecologia al centro della fede. Il cambiamento del cuore che conduce a un nuovo modo di vivere sulla Terra, Messaggero, Padova 2008.

La potenza dell’immagine del parto è stata pure sottolineata in più occasioni dalla riflessione ecofemminista, nella sua ricerca di un linguaggio teologico non patriarcale.

Nel mondo protestante potremmo evocare figure come Jürgen Moltmann recentemente scomparso, e l’ecoteologo luterano Paul Santmire.

J.Moltmann, Dio nella creazione. Dottrina ecologica della creazione, Queriniana, Brescia 1987

In Rom. 8 essi hanno colto una teologia della croce a misura del creato, che tutto lo coinvolge nella speranza di vita nuova.

P.H.Santmire, The Travail of Nature. The Ambiguous Ecological Promise of Chrisitian Theology, Fortress Press, Minneapolis 1985. Vedere anche https://hpaulsantmire.net/

Nel mondo protestante potremmo evocare figure come Jürgen Moltmann recentemente scomparso, e l’ecoteologo luterano Paul Santmire. In Rom. 8 essi hanno colto una teologia della croce a misura del creato, che tutto lo coinvolge nella speranza di vita nuova.

Potremmo d’altra parte accostare tale prospettiva a quella della deificazione del creato, più volte evocata dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli nelle Lettere inviate ogni anno in occasione del 1 settembre.

…di prassi e di speranza

La ricchezza di tale testo viene ripresa in questo Tempo del Creato per chiamare ad una solidarietà tra umanità e creazione, in un’attesa operosa. È un no a chi chiude gli occhi dinanzi al degrado della terra e rinuncia ad agire, ma anche a chi si lascia sopraffare da esso e rinuncia alla speranza. Una buona spiritualità della creazione deve invece coltivare forza in grado di sostenere le pratiche di cura della casa comune. Contemplare la vitalità del creato è anche un modo di tenere viva in noi la capacità di resilienza contro lo scoraggiamento.

Sperare e agire, dunque, e farlo assieme alla creazione. È un invito a esplorare una sintonia con la terra che non la riduce a mera cava di materiale per l’agire umano, ma vi riconosce il tessuto vitale di una realtà gravida di promessa. Agire con la creazione, valorizzando la creatività umana nella sua capacità di trasformare gli stili di vita e le forme della vita sociale, per porli in sintonia con essa. Imparare da essa la logica di un’economia circolare che non conosce lo scarto – né delle persone, né di alcun dono della Terra. Riscoprire la comunità del creato, in pratiche di ecologia integrale, ma anche nella condivisione del respiro dello Spirito creatore. Lasciarsi insomma ispirare dal gemito e dalla speranza, per una prassi rinnovata di cura. Questo, del resto anche l’invito finale di Laudato Si’: “Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza”.