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Ortodossia Attualità

Il documento di Alessandria e il suo contesto

Abbiamo visto (webdoc conoscenza) nel documento di Chieti del 2016 il precursore prossimo del documento di Alessandria, ma prima di affrontarlo direttamente è opportuno ricordare brevemente quale ne sia l’organismo autore. La Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, che – per la parte cattolica – fa oggi riferimento al Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, nasce il 30 novembre 1979 con l’annuncio congiunto di Papa Giovanni Paolo II e del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Dimitrios I durante il loro incontro avvenuto a Costantinopoli (Istanbul). La nascita della Commissione – che contava 30 membri cattolici e 30 membri provenienti da tutte le Chiese autocefale - fu presentata come un frutto importante del dialogo della carità iniziato all’epoca del Concilio Vaticano II e delle Conferenze Panortodosse di Rodi del 1963-64, che si voleva sviluppare nella direzione del dialogo della verità, nel quale fosse possibile compiere quei passi di conoscenza e di confronto, in un dialogo teologico ufficiale, che avesse come fine il superamento delle divergenze ancora esistenti tra le Chiese Cattolica e Ortodossa.

Tutte le vicende che portarono all’instaurazione della Commissione mista si possono ripercorrere nel fondamentale saggio pubblicato a Bari nel 1994: D. Salachas, Il dialogo teologico ufficiale tra la chiesa cattolico-romana e la chiesa ortodossa. Iter e documentazione, “Quaderni di O Odigos” – Centro ecumenico San Nicola, Padri Domenicani, Bari 1994.

Tutti i documenti e comunicati ufficiali relativi alla Commissione mista sono pubblicati sul sito del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani a questo link (consultato il 19/10/2023).

L’inizio dei lavori avvenne nel maggio-giugno 1980 a Patmos e Rodi, e da allora vi furono (a intervalli irregolari: 1980; 1982; 1984; 1986; 1987; 1988; 1993; 2000; 2006; 2007; 2009; 2010; 2014; 2016; 2023) 15 sessioni plenarie, fino all’ultima del 2023 ad Alessandria; da questi incontri scaturirono sette importanti documenti congiunti:

  • 1982 Documento di Monaco di Baviera - Il Mistero della Chiesa e dell’Eucaristia alla luce del Mistero della Santissima Trinità;
  • 1987 Documento di Bari - Fede, Sacramenti e Unità della Chiesa;
  • 1988 Documento di Valamo - Il Sacramento dell’Ordine nella struttura sacramentale della Chiesa, in particolare l’importanza della successione apostolica per la santificazione e l’unità del popolo di Dio;
  • 1993 Documento di Balamand - L’Uniatismo, Metodo d’unione del passato e ricerca attuale della piena comunione;
  • 2007 Documento di Ravenna - Le conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa - Comunione ecclesiale, conciliarità e autorità;
  • 2016 Documento di Chieti - Sinodalità e Primato nel Primo Millennio. Verso una comune comprensione nel servizio all'unità della Chiesa;
  • 2023 Documento di Alessandria - Sinodalità e Primato nel secondo millennio e oggi.

Come si può evincere dall’elenco, se da un lato si nota come i temi affrontati abbiano tracciato un cammino che dalle tematiche più ampie arrivasse a focalizzarsi sempre più su questioni specifiche e particolarmente rilevanti (in ordine al riavvicinamento tra le due Chiese nell’approfondire i motivi del distacco e le vie per una reciproca comprensione delle diverse posizioni), dall’altro le date dei diversi documenti e delle sessioni plenarie testimoniano delle fatiche e dei momenti di sospensione che ha vissuto il dialogo, a seguito degli avvenimenti che hanno coinvolto i paesi dell’ex Patto di Varsavia dopo il 1989, e successivamente alle questioni conseguenti: tra di esse segnaliamo le difficoltà dovute alla rinascita delle Chiese Greco-Cattoliche, nonché ai conflitti giurisdizionali apertisi tra le Chiese Ortodosse, fino alla crisi tuttora in atto nei rapporti tra Mosca e Costantinopoli, che ha portato all’abbandono della Commissione da parte del Patriarcato di Mosca.

A questo proposito bisogna notare che la creazione della Commissione mista non ha impedito l’inizio e la prosecuzione di dialoghi bilaterali con le singole Chiese Ortodosse: tali dialoghi continuano anche oggi, attraversando tutti gli aspetti e le sfaccettature delle vicende ecclesiali attuali, mentre d’altra parte è importante sottolineare come la stessa esistenza della Commissione mista attesti la consapevolezza che lo scopo a cui tendere sia quello della riunione di tutti i Cristiani Cattolici e Ortodossi. Possiamo inoltre affermare che, anche sul versante orientale, la partecipazione alla Commissione – almeno nell’intuizione iniziale – valeva quale forte sottolineatura dell’autocomprensione unitaria della Chiesa Ortodossa, pur nella sua articolazione ecclesiologica in Patriarcati e Chiese autocefale: sotto questo aspetto non è secondario riconoscere il valore profetico di quell’affermazione, a fronte delle difficoltà attuali. Vale inoltre la pena di segnalare come la volontà di proseguire fino al documento di Alessandria i lavori della Commissione mista, pur priva oggi della presenza di alcune Chiese autocefale (all’ultima sessione non hanno partecipato le Chiese di Bulgaria, Russia, Antiochia, Serbia), testimoni la fiducia che i passi compiuti e i risultati raggiunti potranno essere compresi e accolti anche a distanza di tempo, mentre già possono essere considerati utili per tutti il metodo di lavoro e alcune acquisizioni importanti nella lettura della storia che possiamo ritrovare nel documento che andiamo a esaminare più nel dettaglio.

Per una presentazione globale del documento di Alessandria, ma anche per una sua collocazione nel contesto attuale delle relazioni cattolico-ortodosse e intraortodosse, è assai utile l’articolo di A. Mainardi La Pentecoste di Alessandria. L’ecumenismo vive, “La Nuova Europa”, 4 agosto 2023, solo online (consultato il 19/10/2023).

È utile infine segnalare che il Comunicato emesso dalla Commissione al termine dei suoi lavori, nel quale viene ripercorso l’iter della sessione e si descrive la metodologia seguita per la discussione e l’approvazione del documento di cui ci stiamo occupando (menzionando come il testo finale abbia visto il consenso di tutti, tranne alcuni paragrafi, non meglio identificati, per i quali vi è stato un disaccordo da parte dei rappresentanti del Patriarcato di Georgia), elenca come presenti alla sessione: il Patriarcato Ecumenico; i Patriarcati di Alessandria, Gerusalemme, Romania, Georgia; le Chiese autocefale di Cipro, di Grecia, di Polonia, di Albania, delle terre Ceche e della Slovacchia. Viene inoltre sottolineato come i lavori della Commissione siano stati accompagnati da numerosi e solenni momenti celebrativi tanto cattolici quanto ortodossi, ai quali hanno reciprocamente assistito le due componenti presenti; il comunicato si conclude esprimendo il desiderio dei membri della Commissione di ritrovarsi nel 2024 per continuare i propri lavori e con la significativa affermazione che la continuazione del dialogo è affidata alle preghiere dei fedeli.

Il comunicato: